Voglio vederti danzare: concerto per Battiato al Rossetti di Trieste
Il tour parte alle 21 da Trieste. Rossana Raguseo: «Noi non vogliamo assolutamente imitarlo: lo celebriamo assieme ai coinvolgenti danzatori sufi»
«La gente può pensare che noi imitiamo Battiato, ma noi non lo vogliamo assolutamente imitare: lo celebriamo». Una celebrazione ricca di cuore e passione, quella che emerge dalle parole della direttrice artistica Rossana Raguseo nel descrivere la nuova creatura “Voglio vederti danzare” (concerto omaggio a Franco Battiato), nata a Roma da Menti Associate, società di servizi per lo spettacolo che ha già firmato una produzione sui Pink Floyd, con la collaborazione esecutiva della triestina Good Vibrations Entertainment.
Dopo il grande successo dell’anteprima del 3 dicembre al Teatro Olimpico, il tour parte proprio dal Politeama Rossetti di Trieste, oggi, 2 febbraio, alle 21, mentre lunedì fa tappa al Toniolo di Mestre.
Sul palco i cantanti David Cuppari e Giorgia Zaccagni, Simone Temporali alle tastiere, Antonello Pacioni e Leonardo Guelpa alle chitarre, Glauco Fantini al basso e cori, Mario Luciani alla batteria e l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta, diretta da Giovanni Cernicchiaro, che ha curato gli arrangiamenti insieme a Temporali. A rendere l’esperienza ancora più intensa, le danzatrici sufi Francesca Ferah, Michela Oliviero, Dunja Regent. «L’idea – prosegue Raguseo – mi è venuta due anni fa, da grande fan quale sono di Battiato».
Come avete selezionato il cast?
«Siamo partiti dalla scelta del cantante David Cuppari, il caso ha voluto che fosse proprio siciliano, ma ai provini al Teatro Olimpico sono arrivati da tutta Italia, scegliere è stato difficile e bellissimo al tempo stesso. Poi è arrivato l’incontro con la Roma Sinfonietta, che è stata l’orchestra di Ennio Morricone, e il maestro Lanzillotta. Durante le prove e la costruzione dello spettacolo regnava l’emozione di tutti. Uno degli orchestrali era addirittura stato con Battiato per “Fisiognomica”, quindi il coinvolgimento era forte».
E la band?
«Viene dal Lazio, il direttore musicale Simone Temporali lavora con noi da tempo. Ho trovato in loro grande amore e conoscenza di Battiato».
Come è andata la prima?
«Avrei voluto diffondere anche un leggero profumo d’incenso, ma ovviamente non si poteva. Così, visto il grado di commozione, la mia collega ha proposto di distribuire invece dei fazzoletti a tutto il pubblico, perché le lacrime scendono. C’è chi ha pianto davvero alla prima, di certo hanno cantato tutti e alla fine anche ballato, in piedi».
La scaletta?
«C’è un’escalation, comincia con “L’ombra della luce” e un’atmosfera intimistica, poi nella seconda parte ci sono i successi più conosciuti, la svolta de “L’era del cinghiale bianco”, la ricerca del proprio “centro di gravità permanente” per finire con “Voglio vederti danzare”, con i coinvolgenti danzatori sufi».
Gli arrangiamenti?
«Sono fedeli ma creando qualche originalità, nuove sfumature interpretative che ne hanno esaltato la modernità senza tradire l’essenza del Maestro. Secondo me Battiato non si è capito fino in fondo, tra il pubblico c’è chi conosce solo le sue canzoni più orecchiabili, poi c’è chi ha conoscenza più profonda, ma noi ci rivolgiamo a tutti».
Ci sono parti narrate?
«Ci sono delle piccole parti di narrazione, ma per ora non vogliamo che la parte parlata abbia troppo spazio. Per adesso è un concerto, con delle parti riflessive».
Il tour toccherà i principali teatri italiani fino a marzo. E in estate?
«Ci sarà anche il Sud, ovviamente la Sicilia: molti pensavano saremmo partiti da lì, ma vogliamo arrivarci in punta di piedi, con rispetto». —
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