Con Il Piccolo alla scoperta della scienza e della tecnologia assieme ai personaggi della Disney
TRIESTE Nel 1959, quando i cartoni animati si guardavano al cinema, Walt Disney incaricò il suo consulente scientifico Heinz Haber di collaborare a un mediometraggio con Paperino. Il primo per il personaggio, che non compariva sugli schermi da un paio d’anni.
Haber, che per la Disney aveva già lavorato a due film didattici, Man in space e Our friend the Atom, si trovò così al fianco del regista Hamilton Luske nella produzione di Paperino nel mondo della Matemagica. In mezz’ora scarsa di pellicola, il papero più famoso dei cartoon si avventura vestito da esploratore in un mondo apparentemente ostile e misterioso, dove nei ruscelli galleggiano i numeri e gli alberi hanno le radici quadrate. Uno spirito gli dice dove si trova, e lui si dispera. Per Paperino la matematica, per quanto magica, è noiosissima roba da «teste d’uovo».
Lo spirito decide di fargli cambiare idea, e così Paperino si ritrova in un lungo viaggio in cui incontra Pitagora, scopre gli schemi geometrici che stanno alla base dei virtuosismi dei campioni di biliardo, gioca con le figure geometriche, ritrovandosi alla fine davanti a una serie di porte chiuse che nascondono le invenzioni del futuro. L’unica chiave per aprirle, apprende un Paperino ormai amico di calcoli e formule, è proprio la matematica. Il film si conclude con una citazione di Galileo: «La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo».
Disney era un self made man affascinato dalla scienza e dalla tecnica: le sue trasmissioni televisive, alcune delle quali trasmesse anche nell’Italia degli anni Sessanta, erano improntate sui canoni dell’edutainment. I ragazzi seduti davanti allo schermo dovevano imparare, ma facendolo dovevano divertirsi.
Gli epigoni di Walt, a partire dagli italiani che producono la parte più grande dei fumetti Disney distribuiti nel mondo, non hanno lasciato cadere la forza didattica dei personaggi. Scienziati e inventori come Archimede Pitagorico e Pico de Paperis compaiono nel cast delle storie disneyane come eroi positivi e soprattutto molto simpatici.
Per questo, al di fuori dei fumetti, il mondo Disney si è prestato spesso a operazioni di natura divulgativa. L’ultima delle quali, che sarà pubblicata in abbinamento con questo giornale a partire da domani si intitola La grande scienza Disney: trenta volumi in cui alle storie a fumetti a tema scientifico si affiancano pagine di approfondimento specifico (il primo volume sarà in edicola a 1,90 euro più il prezzo del giornale, i successivi a 7,90 euro).
Si parte con la chimica, ancora con Paperino protagonista: la divertente ingenuità del personaggio si presta ad affrontare con un sorriso gli argomenti apparentemente più ostici.
Nel corso della serie, però, si alterneranno tutti gli attori del cast disneyano: topi, paperi e gli altri animali del gruppo ci parleranno di cultura a 360 gradi, come nella miglior tradizione della divulgazione scientifica.
Non potevano mancare videogame e internet, anche se quest’ultimo ha portato via ai bambini di oggi uno degli oggetti più affascinanti dei fumetti Disney: il Manuale delle Giovani Marmotte. Il libro fantastico con le risposte a tutte le domande è scomparso da tutte le storie: anche lui ha dovuto arrendersi a Google. —
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