Compie 140 anni il “Max Fabiani” di Gorizia, storia di un liceo nato per fabbricare sedie

Il 4 aprile 1880 il governo austriaco dà il via libera alla Imperial Regia Scuola Industriale. Da allora è stata fucina di artisti
Allieve al telaio in un'immagine d'epoca
Allieve al telaio in un'immagine d'epoca

GORIZIA. In tempi diversi, per periodi più o meno lunghi, vi hanno insegnato artisti quali Dino Basaldella, Cesare Mocchiutti, Giorgio Celiberti, Miela Reina, e il primo architetto donna laureata al Politecnico di Milano, Elvira Luisa Morassi: il Liceo “Max Fabiani” di Gorizia è la più antica istituzione scolastica di carattere artistico della regione che si appresta quest’anno a superare il traguardo dei 140 anni.

Era nato infatti come scuola specializzata nella lavorazione della sedia, istituita il 4 aprile 1880 a Mariano del Friuli, quando il Governo Austriaco decise di assecondare le di richieste degli amministratori comunali che avevano chiesto di risollevare le sorti del paese colpito da gravi problemi economici legati alla crisi europea del 1873. Con l’istituzione della I.R. Scuola Industriale si voleva migliorare la qualità del prodotto di falegnameria per il quale era famoso l’artigianato marianese e riconquistare il mercato.

Così avvenne: in poco tempo la scuola riuscì a progettare sedie scomponibili che permettevano spedizioni in quantità maggiori con minori costi di trasporto e tasse. Sempre più specializzata nella formazione di maestri per la progettazione e la realizzazione di mobili di lusso e di serramenti, s’imporrà per un cinquantennio su tutto il territorio provinciale e nella vicina Istria.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1917, viene completamente distrutta ma nel novembre del ‘22 trova, sempre a Mariano, una nuova sede e nel ‘24, con un regio decreto, passa dal Ministero dell’Economia Nazionale al Ministero della Pubblica Istruzione, assumendo la denominazione di Regia Scuola d’Arte Industriale. Viene rinnovato anche il suo ordinamento aggiungendo al piano di studi gli insegnamenti di discipline artistiche, tecniche e culturali.

Dal ‘32 i corsi superiori si terranno a Casa Maccari, a Gradisca d’Isonzo, mentre nel ‘36, la scuola si trasferisce a Gorizia in via Vittorio Veneto, a Palazzo Resberg, istituendo accanto alla sezione di arte del legno le sezioni di decorazione pittorica, arte della pietra, arte della ceramica e delle terrecotte. Viene istituito pure un corso serale di nudo in collaborazione con il Sindacato delle Belle Arti.

La scuola cambia anche dal punto di vista amministrativo diventando Ente autonomo, con la nomina di un presidente da parte del Ministero e la costituzione di una commissione di cui entra a far parte l’architetto formatosi al Politecnico di Vienna Max Fabiani, al quale verrà intitolato l’istituto nel ‘82.

Nel ‘45 Aldo Matteucci, direttore della scuola dal 1925, viene deportato in Germania e la scuola viene trasferita a Casa Morassi in Borgo Castello. Dopo gli anni della ricostruzione, negli anni Cinquanta, l’istituto riprende a pieno ritmo la sua attività partecipando a tutte le manifestazioni ed esposizioni artistiche locali e nazionali, riportando sempre importanti riconoscimenti. Con l’apertura della sezione arte della tessitura possono accedervi anche le ragazze.

Nell’anno scolastico 1954/55 la Scuola si trasferisce nell’edificio dismesso dell’O.N.B. di Piazza Medaglie d’Oro, la prima Casa del balilla inaugurata in Italia nell’ottobre del 1929, progettata dall’architetto Umberto Cuzzi: tra i più chiari esempi di architettura razionalista.

A seguito dei lavori di ristrutturazione e ampliamento dovuti alle esigenze didattiche, l’edificio subirà notevoli trasformazioni con l’aggiunta di un piano sul tetto terrazza dei corpi laterali e la realizzazione dei nuovi spazi destinati ad accogliere i laboratori artistici verso il giardino. Il 29 ottobre 1960 il Ministero della Pubblica Istruzione comunica la trasformazione da Scuola d’Arte Industriale a Istituto Statale d’Arte. Con il nuovo ordinamento vengono attivati quattro indirizzi: arte del legno, poi trasformato in architettura e arredamento, decorazione pittorica, arte della pietra ed arte del tessuto.

Dall'anno scolastico 2010/11, in attuazione della nuova riforma della scuola, vengono attivati gli indirizzi arti figurative, architettura e ambiente, design della moda di Liceo Artistico; nel 2018 si apre l’indirizzo di grafica.
Tra i docenti che si sono succeduti nell’insegnamento delle materie artistiche si possono ricordare, oltre quelli già citati, Giovanni Battista Novelli, Silvano Bevilacqua, Mario Sartori, Tino Piazza, Vittorio Balcone, Mario Palli e Giorgio Valvassori.

Tante anche le opere d’arte presenti all’interno dell’istituto: dal mosaico di Dino Basaldella al grande affresco graffito di Cesare Mocchiutti dell’Aula Magna, ai lavori di Tino Piazza realizzati con gli allievi, al dipinto di Mario Di Iorio, solo per citare i più significativi. Ma migliaia sono i disegni, i manufatti tessili, i dipinti, le sculture, i plastici architettonici, gli oggetti, che da un po’ di tempo docenti e allievi hanno iniziato a catalogare con la collaborazione dell’Erpac di Villa Manin, al fine di tutelare e condividere la conoscenza di questo notevole patrimonio e di questa importante storia. 
 

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