Claudio Magris racconta la “Croce del Sud”: «Sono destini incrociati tra follia e libertà»

In settembre per Mondadori il nuovo libro dello scrittore triestino, tre ritratti biografici di altrettanti personaggi dimenticati  
Italian writer and professor Claudio Magris poses for the media during an interview held in Barcelona, Catalonia, Spain on 21 April 2016 on the ocassion of the presentation of his last novel 'Non luogo a procedere' (There is not reason/no place to proceed). EFE/Marta Perez
Italian writer and professor Claudio Magris poses for the media during an interview held in Barcelona, Catalonia, Spain on 21 April 2016 on the ocassion of the presentation of his last novel 'Non luogo a procedere' (There is not reason/no place to proceed). EFE/Marta Perez

TRIESTE La realtà spesso è più fantastica, sconcertante e imprevedibile della finzione. È un elemento costante nella poetica di Claudio Magris. Lo conferma il prossimo libro, “Croce del Sud” (pag. 132, euro 15,00), già annunciato da Mondadori, ma bisognerà attendere l’8 settembre per vederlo nelle librerie.

Si tratta di tre racconti in cui l’autore ci restituirà tre vite, tre destini le cui vicende si svolgono tra la Patagonia e l’Araucania, paesaggi di per sé affascinanti e inquietanti. Inquieti sembrano anche i protagonisti, pronti alla sfida, carichi di coraggio e senza riserve ideologiche.

Si tratta dell’etnologo, antropologo e attivista politico Janez Benigar, di origine slovena, gaucho e avventuriero. Poi sarà la volta di un folle avvocato francese, Orélie-Antoine de Tounes – già i nomi evocano epiche provocazioni – e infatti il nostro si condurrà in battaglie donchisciottesche, tra pazzia e libertà.

E infine un’italiana, la religiosa Suor Angela Vallese, che con femminile audacia dedica l’intera esistenza agli indigeni sfruttati della Terra del Fuoco. Tutti e tre difendono quei luoghi divenuti la loro patria e le genti vinte che li abitano.

Insomma un libro che racconta di figure e personaggi realmente esistiti, dalle vite emblematiche, e che sembra confermare ciò che disse anni fa un altro maestro, ossia che le figure mitteleuropee di Claudio Magris diventano, quando le racconta: «personaggi da romanzo sudamericano», così disse Daniele Del Giudice. Certo, ciò che succede nei tre racconti non è ancora dato sapere, ogni storia di questi tre protagonisti è al momento top secret: «Ciò che posso dire è che sono tutte storie vere», osserva Magris.

Quindi storie in cui non c’è nulla di inventato…

«Assolutamente nulla. Non c’è alcuna invenzione. Ciò che ho fatto è raccoglierle, collegarle, metterle insieme, esaminare la misura delle possibili relazioni pur essendo delle storie completamente indipendenti. Sono sempre stato affascinato dalle cose vere, come diceva Mark Twain: “Truth is stranger than fiction”».

E assolutamente vero è il contesto, almeno dal riferimento geografico del titolo.

«Perché infatti queste tre vicende si svolgono tutte sopra la Croce del Sud e quindi in diversi luoghi del Sud America».

Sappiamo anche che i tre episodi coinvolgono uno sloveno, un francese e un’italiana, vivono tra queste regioni ai confini del mondo e sembrano totalmente dentro questa terra straniera.

«Questi tre personaggi vivono intensamente in questi luoghi, ma naturalmente senza alcuna volontà di sovrapposizione, piuttosto come l’acquisto di una nuova appartenenza».

Frontiere che si sovrappongono e si annullano?

«In sostanza è questo. Non è affatto un’invasione, anzi. Tutti e tre, anche se in modo diverso e in epoche diverse, lontane nel tempo, attuano una difesa del luogo, del popolo e della cultura in cui si trovano a vivere. Personaggi di cui non ho inventato assolutamente nulla».

Per quanto leggendo le poche notizie diffuse viene da chiedersi quanta realtà poetica è presente rispetto alla realtà storica.

«Realtà poetica e anche terribile, più terribile che poetica. Il mio lavoro è stato quello di mettere insieme queste storie, scrivere queste tre vite anche tramite un’intensa indagine, mettendomi in contatto con vari centri di ricerca, quindi ciò che ho scritto è fedele alla verità storica. C’è da aggiungere che sono tutte figure minori, ma i loro destini si incrociano con fatti che non sono per niente minori, fatti tragici, saturi di violenza. Nel libro appunto non affronto dei “temi”, ma delle vicende». —
 

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