Claudio Bisio e figlio in scena il non-dialogo con i giovani “sdraiati”

TRIESTE. “Father and Son” dallo scorso anno affolla le platee e conquista i critici in tutti i teatri italiani: un successo che si deve all’ineccepibile intreccio di talenti da cui fiorisce. La scrittura acuta e satirica di Michele Serra, la sapienza teatrale di Giorgio Gallione, la professionalità che Claudio Bisio – al suo ritorno al palcoscenico – coniuga con travolgente simpatia e spiccato carisma. La musica, quella di due artisti dal vivo in scena e quella di Cat Stevens, appropriatissima colonna sonora… Ma non basta: il testo, ispirato al romanzo “Gli sdraiati” e al “Breviario comico” di Serra, coinvolge il pubblico per il tema – il rapporto poco idilliaco fra un padre e il figlio adolescente – e per la sincerità disarmata, spudorata con cui il padre lo racconta. Ne nasce una pièce dagli accenti tenerissimi e beffardi in cui ognuno troverà modo di identificarsi. Lo spettacolo apre il 2016 sul palcoscenico del Teatro Stabile regionale, ospite da domani al 10 gennaio del cartellone Prosa.
Al centro dello spettacolo è dunque un adolescente che conosciamo attraverso le parole – spesso sconcertate – del padre. Il ragazzo incarna l’emblematico ritratto della generazione degli “sdraiati”. Bivacca sul divano, avvolto in una felpa informe, incurante dei cuscini scomposti e degli avanzi di cibo che ha lasciato qua e là. Se il padre, entrando, spera di attrarre la sua attenzione, è bene che sappia di dover combattere con la televisione a tutto volume, con la musica contemporaneamente sparata nelle cuffie, con l’amico con cui lo “sdraiato” sta chattando via I-Phone, con il computer che troneggia sulla sua pancia acceso e con un libro che tiene nell’altra mano… Che stia addirittura studiando filosofia? Il padre è smarrito.
Le protesi tecnologiche sono davvero il solo interesse di questi giovani impermeabili a ogni comunicazione diretta? O forse sono uno scudo, come una difesa possono essere anche le loro goffe felpe, il loro rimanere “sdraiati”, non coinvolti o peggio diffidenti rispetto a una società - quella dei padri - che di buono ha ben poco?
Claudio Bisio cerca una breccia nel muro dell’adolescente, vuol fargli apprezzare il “mondo fuori”, ma chissà perché ogni volta che lo evoca gli sorge il sospetto di offrire al figlio ulteriori alibi e motivi per la sua fuga. Ciononostante ci prova, parla e parla, convince nevroticamente, racconta il ragazzo e inevitabilmente dipinge se stesso, educatore inconcludente, padre dall’autorevolezza blanda, che per primo non si crede fino in fondo. Può riuscire uno così a trascinare quell’adolescente tecnologico a passeggio sul Colle della Nasca? Può riuscire a farlo diventare uomo e finalmente a concedersi una serena vecchiaia?
«È un ruolo non lontano dalla mia vita – ha spiegato Bisio – dato che ho due figli di 19 e 17 anni e quindi capisco - e sto vivendo - le cose che raccontiamo nello spettacolo. In scena il figlio non è presente ma viene costantemente “evocato” (peraltro i due eccellenti musicisti che mi accompagnano sul palco, il chitarrista Marco Bianchi e la violinista Laura Masotto, a livello subliminale lo evocano ulteriormente nella mente degli spettatori, vista la loro giovane età). Il risultato è una sorta di confessione allo specchio, catartica per questo padre così libertario, intelligente, curioso, disponibile, “diversamente giovane”, che pure non riesce a instaurare il dialogo che vorrebbe con il proprio figlio».
Debutto domani alle 20.30. Replica allo stesso orario giovedì, venerdì e sabato gennaio, mentre domenica 10 la recita è alle 16. Biglietti in tutti i punti vendita dello Stabile regionale, nei consueti circuiti o on line dal sito www.ilrossetti.it. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
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