Claudia e Adriano, 50 anni insieme «L’ho salvato dal vizio del poker»

Oggi sono esattamente cinquant'anni da che Adriano Celentano sposò Claudia Mori. Le nozze d'oro della “coppia più bella del mondo” non potevano passare inosservate. Mentre la discrezione e il segreto avevano avvolto il matrimonio del 14 luglio 1964, celebrato alle 3 di notte in una chiesetta di Grosseto, per sfuggire alla curiosità di giornalisti, fotografi e fan. Di quella cerimonia ci sono soltanto poche immagini, scattate da amici e parenti. Ora però la sposa ha deciso di dare pubblicità al mezzo secolo di vita in comune, attraverso un libro, pubblicato da Bompiani e presentato in anteprima nella serata conclusiva della Milanesiana, il festival diretto da Elisabetta Sgarbi. Il libro di Claudia Mori si intitola Due guerrieri innamorati (pagine 90, euro 9,00) ed è articolato in cinquanta capitoletti, uno per ogni anno. «La mia idea - ha spiegato l'autrice - era quella di fare un omaggio ad Adriano, per dirgli che, dopo cinque decenni, per me è ancora come se l'avessi incontrato ieri». Celentano - se vogliamo credere alla moglie - è all'oscuro di tutto: il libro gli verrà consegnato soltanto oggi. «Tu ancora sei la persona che mi fa ridere più di tutti al mondo, quella che amo di più», scrive la Mori. Che spiega: «Adriano ha questa qualità di essere sempre spiazzante, capace di sorprendermi con ciò che fa e ciò che dice. Il fatto che tuo marito riesca ancora a farti ridere dopo cinquant'anni di convivenza non credo sia una cosa da poco. Dopo cinquant'anni svegliarsi ogni mattina accanto alla stessa persona con il sorriso sulle labbra è già una rarità, ma nel mondo dello spettacolo è decisamente un miracolo».
Claudia e Adriano si conobbero nel 1962 sul set di un film, “Uno strano tipo”, di Lucio Fulci, con Macario e Nino Taranto. «Capii subito che Adriano intendeva corteggiarmi - racconta Claudia - ma io non volevo dargli la soddisfazione di cedere troppo facilmente, anche se mi incuriosiva per quanto era particolare e, diciamolo pure, strano. Per riuscire a darmi un bacio, mi sfidò a braccio di ferro e finse di perdere. Di fatto eravamo folgorati dalla bellezza di entrambi, stravagante, misteriosa, fuori dalla norma in ogni nostro gesto o silenzio. Due anni dopo ci sposavamo».
La loro storia d'amore, però, non è stata esente da momenti di crisi. «Un giorno - rievoca Claudia - mi scrisse una lettera di 32 pagine, che ancora conservo, nella quale mi spiegava le ragioni per cui, al di là delle difficoltà nel rapporto di coppia, era giusto che stessimo insieme e che continuassimo ad amarci».
Claudia Mori racconta poi un particolare inedito, la “ludopatia” che coinvolse in passato il marito: «Adriano non sapeva giocare a carte, mentre a me piaceva. Passavo lunghi pomeriggi a giocare a poker con un ragazzo piuttosto belloccio, che mi faceva un po' il filo e del quale Adriano era evidentemente geloso. Così, per distrarlo, gli proposi di giocare con noi, insegnandogli le regole del poker. Non l'avessi mai fatto! Nel giro di pochi mesi divenne un giocatore accanito e casa nostra si trasformò in una sorta di bisca, aperta a tutte le ore. Era frequentata da amici, ma anche da personaggi poco raccomandabili. Adriano era talmente assorbito dal gioco che quasi non lavorava più, mentre le perdite economiche erano sempre più ingenti. Una mattina gli parlai apertamente. Lui capì e quello stesso pomeriggio andò sulla tomba del padre, dove giurò che non avrebbe mai più giocato a soldi. Promessa da allora mantenuta».
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