“Città Visibile” racconta le tre periferie di Trieste

TRIESTE. Non accade spesso che un testimone venga raccolto seduta stante, proprio nel momento dell'esposizione di un progetto. Eppure è successo così, ieri alla Microarea di Ponziana, tra l'ampio pubblico che ha seguito la presentazione di “Città Visibile”, progetto ideato dall'Associazione Maremetraggio e finanziato da Siae che intende raccontare i luoghi che si vivono - com'erano e cosa sono diventati - dalla voce dei diretti interessati: gli abitanti, appunto, che hanno risposto immediatamente all'appello, con curiosità e partecipazione. «Avevo già in mente un progetto di questo tipo – spiega Chiara Omero - quando ho letto il bando nazionale “S'Illumina - Periferie Urbane” indetto da Siae: con la regista Erika Rossi, qui direttore artistico del progetto, ci siamo innamorate, ci pareva perfetto per le idee che già ci balenavano in testa, ovvero raccontare in modo inedito tre aree della periferia triestina, Valmaura, Melara e Ponziana, la loro memoria, ma anche il loro presente e il futuro. L'Azienda Sanitaria e il Comune di Trieste ci hanno sostenuto in fase di presentazione della domanda e oggi siamo tra i 26 progetti di cinema approvati sui più di 800 pervenuti, e con il massimo del punteggio». L'obiettivo sarà quello di realizzare un piccolo documentario che possa raccontare i tre quartieri incrociando le memorie di chi ci abita e li vive da tempo, ovvero gli abitanti più anziani, con le maggiori competenze tecnologiche dei residenti più giovani, raccontando l'identità di un territorio e attivando un dialogo tra generazioni sempre meno scontato per i tempi che viviamo.
«Vorremmo che le persone inizino con noi un percorso di raccolta di memorie – continua Erika Rossi -: memorie che possono essere testimonianze verbali, fotografie, filmati, oggetti del passato. Ognuno possiede un suo personale legame con il luogo che abita: a queste persone chiediamo di condividere con noi un aneddoto, un ricordo della loro vita». Ai più giovani, otto per quartiere e di età dai 18 ai 40 anni, verrà invece regalata una piccola videocamera che dovrà “convogliare” i racconti, potendo così raccogliere immagini e suggestioni in ogni momento della giornata come fosse un diario. «Valuteremo quindi i materiali raccolti: i momenti di massimo impegno saranno tra fine giugno e gli inizi di luglio, quando partiranno i tre laboratori per iniziare subito un percorso di riflessione sulla realtà del quartiere, e per evidenziare gli aspetti significativi e scrivere un'idea narrativa», con i 24 ragazzi in campo guidati da tre artisti under 35, Margherita Panizon, Laura Samani e Filippo Gobbato, affiancati dai tre tutor di video partecipativo, la stessa Rossi con Davide Crudetti e Michele Aiello, per i laboratori di scrittura e di riprese. Tra agosto e settembre ci sarà il momento del montaggio, quindi, a ottobre, la presentazione dei tre documentari in un evento finale aperto al pubblico.
Se le ideatrici si augurano che “Città Visibile” possa coinvolgere più persone possibile, con l'invito a cercare nei cassetti e nella memoria personale, il confronto si già attivato nel migliore dei modi, si diceva, nella presentazione alla Microarea di Ponziana ieri mattina, con i ricordi della signora Silvana o di Maria, nata nel '35 in via Zorutti, pronti ad essere raccolti da chi a Ponziana ci sta da appena un anno: i ventenni Musa dalla Liberia, Karim dall'Afghanistan, Siver dal Kurdistan, che fanno di quest'auto-narrazione collettiva intergenerazionale quanto di più inedito e variegato ci si possa aspettare.
Federica Gregori
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