Ciak di Gassmann a Trieste: per “Non odiare” si apre la Sinagoga

E stasera l’attore e regista sarà al Giotto per accompagnare “Mio fratello rincorre i dinosauri” reduce da Venezia
Alessandro Gassmann in "Mio fratello rincorre i dinosauri"
Alessandro Gassmann in "Mio fratello rincorre i dinosauri"

TRIESTE «“Mio fratello rincorre i dinosauri” ha fatto boom. Essere diversi vuol dire essere supereroi». Non ha lesinato tutta la sua gioia, in un tweet carico di maiuscole e punti esclamativi, dopo l’accoglienza entusiastica del film a Venezia. Alessandro Gassmann, protagonista dell’esordio di Stefano Cipani che ha commosso e divertito critica e pubblico alle Giornate degli autori in questi giorni, se ne fa ora convinto portabandiera: oggi alle 20 l’attore accompagnerà il film, uscito ieri in 250 copie, a Trieste al cinema Giotto, facendo un’introduzione cui potranno assistere anche gli spettatori dello spettacolo delle 18.



Fiaba moderna con tanto di elementi surreali, “Mio fratello rincorre i dinosauri” (Einaudi) è tratto dall’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol che racconta il rapporto del giovane autore veneto con il fratello minore, nato con la sindrome di Down. Cipani traduce in immagini la loro storia, narrando il rapporto tra Jack (Francesco Gheghi) e Giò (Lorenzo Sisto), il fratellino tanto desiderato che i suoi genitori descrivono come speciale, dotato di poteri che ne fanno addirittura un supereroe. Con il passare degli anni, però, Jack scoprirà la verità, che diventerà segreto da non svelare, vergogna inconfessabile: anche se alla fine sarà lo stesso Giò ad insegnargli che la vita va vissuta fino in fondo, con i suoi pregi e i suoi difetti.

A Venezia il film ha colpito nel segno proprio nella sua capacità di unire profondità e leggerezza. «È una storia che mi piace – ha detto Gassmann – perché utilizza la commedia per toccare argomenti importanti, che parla di comunicazione, di vergogna e presenta una famiglia che è costretta ad ascoltarsi di più. Credo che se ci fossero più famiglie Massariol il nostro sarebbe un Paese migliore».

«Siamo tutti meravigliosamente diversi – ha aggiunto l’attore – e in una società dove la disabilità, ma anche qualsiasi altra diversità, è vissuta con un certo malessere, chiusura, paura se non addirittura aggressività questo film aiuta molto, utilizzando la commedia che è, secondo me, l’arma più potente del cinema».

La tappa triestina di Gassmann al Giotto non è un semplice mordi e fuggi. Lunedì 9 sarà infatti battuto il primo ciak del nuovo film che lo vede protagonista, con riprese che continueranno in città per ben cinque settimane, fino al 12 ottobre.

Archiviato il titolo provvisorio con cui era stato annunciato (” Skin” ), “Non odiare” di Mauro Mancini è un’altra opera prima dai toni che intendono fondersi con le atmosfere della città: atmosfere, come dichiarato dal produttore Mario Mazzarotto «che si sposano in maniera perfetta con il tono asciutto ma allo stesso tempo intimo che il regista vuole conferire e contribuiscono ad aggiungere spessore alla caratterizzazione dei personaggi». Il film, coprodotto dalla Movimento Film di Mazzarotto e Rai Cinema, ha ottenuto il riconoscimento dell’interesse culturale dal ministero dei Beni Culturali e il sostegno della Fvg Film Commission. Tema sarà il conflitto interiore che investirà il protagonista, un medico ebreo (Gassmann appunto), quando negherà il soccorso a un uomo dopo avergli scorto sulla pelle un tatuaggio nazista: salvo poi essere investito dal senso di colpa, avvicinandosi alla famiglia del deceduto per rimediare e redimersi.

Le maestranze locali coinvolte salgono a una ventina, fa sapere il presidente di Film Commission Federico Poillucci: e oltre al già annunciato coinvolgimento dei residenti di Melara, location sempre tenuta in gran considerazione da Film Commission, si segnala anche una collaborazione con la comunità ebraica, con la Sinagoga pronta a ospitare una scena del film. –
 

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