“Chicchessia” di Mattioni e i disegni di Bazlen testimonianze inedite di due triestini al Salone del Libro di Torino

La neonata Acquario propone un libro dello scrittore e una selezione di schizzi del talent scout, in gran parte mai pubblicati

Mary Barbara Tolusso

TRIESTE Temperature alte fuori e dentro al Lingotto, se pensiamo al florilegio di autori che hanno abitato lo stand del Friuli Venezia Giulia, una fiamma sempre accesa che ha visto alternarsi 150 protagonisti per toccare tutti i generi letterari, dalla narrativa alla poesia, dalla critica letteraria al reportage di guerra. E soprattutto il desiderio di raccontare Trieste, la storia di una città e dei suoi artisti. L’ha fatto Mauro Covacich con il suo corpo a corpo con Joyce e poi Pietro Spirito e Alessandro Mezzena Lona con gli occhi dei loro protagonisti, per giungere a un Friuli Venezia Giulia “con delitto” per mano degli ultimi romanzi di Flavio Santi e Gianni Zanolin.

Pordenonelegge, che con la Regione ha ideato gli incontri, ha previsto un energico spazio per la poesia con i più celebri autori nazionali fino ai poeti più giovani come la triestina Beatrice Achille e i diversi contributi di “Laboratori critici”. Naturalmente è l’anno di Pasolini, protagonista di molteplici libri tra cui quelo di Roberto Carnero (Bompiani), la graphic novel di Davide Toffolo (Rizzoli) e l’antologia curata da Roberto Galaverni (Mondadori).

Particolare attenzione a due classici triestini come Bobi Bazlen e Stelio Mattioni, quest’ultimo autore di “Chicchessia”, edito ora da Acquario. Ma al Lingotto la neo casa editrice ha proposto “Bazleniana” (pag. 248, euro 20), un omaggio al grande talent scout seguendo il filo di 16 disegni autografi e in gran parte inediti. Da qui prendono le mosse altrettante testimonianze letterarie, una raccolta a più mani con Cristina Battocletti, Marco Belpoliti, Gian Pietro Calasso, Edoardo Camurri, Riccardo Cepach, Manuela La Ferla, Marco Lepore, Marina Mander, Chiara Mattioni, Alessandro Mezzena Lona, Giampaolo Penco, Adriana Ricca, Jan Soeffner. La casa torinese è stata fondata da Marco Sodano e Anna Foà: «Anna, figlia di Luciano, è l’erede di tutti gli oggetti e le carte di Bazlen – ha osservato Sodano – c’erano quindi questi disegni che fanno parte dell’analisi fatta da Bazlen con Ernst Bernhard. Si tratta di veri e propri simboli e ci siamo messi sulle piste di Trieste, quale punto di snodo della ricerca letteraria bazleniana. Così abbiamo incrociato Alessandro Mezzena Lona e poi Chiara Mattioni, affettivamente legata alla famiglia Foà, che ci ha fatto dono di questo inedito, “Chicchessia”, libro di grande delicatezza e che include anche tutta la triestinità».

“Bazleniana” invece è ispirata proprio ai disegni, interpretati dalla voce di ogni autore: «Non ci interessava la filologia, non ci interessavano lavori accademici, abbiamo invece chiesto ai nostri scrittori di spiegarci semplicemente perché ancora oggi fanno riferimento a Bazlen. In questo modo ne è uscito un caleidoscopio molto variopinto. Ne ha scritto la stessa Chiara Mattioni. E poi Giampaolo Penco». Tra l’altro i libri Acquario hanno una piccola coda digitale: «Vogliamo che i nostri volumi siano estremamente classici, ma anche molto moderni. Per cui grazie a un QR code si accede a dei contenuti digitali. Nel caso di “Bazleniana” si può fruire sia di un piccolo video che racconta la ricerca che sta dietro al libro, sia di una raccolta di foto che ritraggono Bazlen con illustri amici».

Ieri, nell’affollata domenica del Salone, c’è stato spazio anche per i più piccoli, che hanno disegnato con Nicoletta Costa e Giulio Coniglio. Oggi diversi ospiti per diversi generi letterari, da Enrico Galiano a Marco Revelli, Luigi Nacci, Mauro Daltin, Emilio Rigatti, Andrea Maggi. Certo poi non poteva mancare Altan con la sua “Pimpa magica”.

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