Chiara Carminati porta “Il mare in una rima” «Così avvicino i bambini alla poesia»

Una volta c’erano le “Fiabe sonore”, un classico della letteratura per l’infanzia, si trattava di grandi album accompagnati da un disco 45 giri, in questo modo si coniugava scrittura, immagine e ascolto. Oggi ci sono i social che permettono di ideare progetti dedicati alla letteratura minore, sempre alimentati da un molteplice apprendimento percettivo. Uno di questi è “Il mare in rima”, all’interno del cartellone #iorestoacasaenavigo del Porto di Trieste. In sinergia con Fondazione Pordenonelegge, ecco allora le rime digitali di Chiara Carminati, una delle più note autrici per l’infanzia.
Dal suo libro edito da Giunti, “Il mare in una rima” (illustrato da Pia Valentinis) i più piccoli potranno godere di queste animazioni, l’ultima domani sul canale Youtube del Porto di Trieste, oltre che sui canali social Facebook, Instagram e Twitter del Porto e di Pordenonelegge e sul sito del Piccolo. Carminati ha inoltre da poco pubblicato “Fare poesia con voce, corpo, mente e sguardo” (Lapis edizioni, pag. 118, euro 15), una vera e propria sfida alla possibilità di avvicinare l’infanzia alla scrittura in versi. Ma quali sono i principali ostacoli che i bambini manifestano nel tentativo di avvicinarli alla poesia?
«Dipende dall'età – osserva l’autrice – perché i più piccoli in genere dimostrano una bella apertura verso la poesia, sono più disponibili alle esperienze nuove».
Quindi è da adulti che la poesia diventa noiosa?
«Quando i bambini crescono accade spesso che maturino dei pregiudizi sempre più definiti nei confronti delle poesie: rispondono che sono noiose, complicate, parlano sempre delle stesse cose, sono difficili da imparare a memoria... Si formano queste idee sulla base di quello che leggono, e quello che leggono in genere è poco. Quando incontro le classi, porto con me una valigia piena di poesie di autori. E con l'aiuto di questa moltitudine variegata, che offro loro in letture ad alta voce, piano piano le certezze negative vengono meno. E spunta la curiosità. Perché non è giusto che siano solo i bambini ad avvicinarsi alla poesia: anche la poesia deve avvicinarsi ai bambini. Adrian Mitchell dice “La maggior parte della gente ignora la maggior parte della poesia, perché la maggior parte della poesia ignora la maggior parte della gente”».
Lei da anni si occupa di questo tipo di didattica, con laboratori e libri. Ricorda come si è avvicinata ai versi?
«Ricordo molto bene come me ne sono allontanata: ed è stato per le stesse ragioni che ritrovo nei ragazzi, per cui mi è facile capirli. Poi un giorno mi è capitato di leggere per caso una poesia di Paul Eluard: potente, visionaria, incomprensibile. Meravigliosa. Ho cominciato a costruirmi un percorso parallelo a quello scolastico, un po' sotterraneo, anarchico. Ma sono state le poesie per bambini, scoperte molto più avanti, a conquistarmi davvero al linguaggio poetico: prime fra tutte, quelle di Toti Scialoja e di Roberto Piumini».
Da poco ha pubblicato una nuova edizione aggiornata di “Fare poesia”, mi pare dia grande importanza ai sensi, alla vista e alla voce…
«Più della metà del libro, che è un manuale con molti spunti per attività da fare insieme ai bambini, è dedicata alla lettura ad alta voce. Perché la voce è il luogo naturale della poesia, e lo strumento espressivo attraverso cui i bambini (e non solo loro!) possono appropriarsi creativamente dei versi, giocarci, farli propri. Voce che crea, e ascolto partecipato: due bellissimi ingredienti per creare l'incontro».
Tra l’altro è attiva l’iniziativa digitale “Il mare in una rima”. Che operazione ha compiuto per questo progetto?
«Sono molto affezionata a “Il mare in una rima”, non solo perché ha le illustrazioni di Pia Valentinis, con cui adoro collaborare, ma anche perché nella nuova edizione è accompagnato da un cd, in cui le poesie sono messe in voce. E con questa bella iniziativa, fiorisce ancora di più: i versi sono voce, le immagini sbocciano sotto gli occhi degli spettatori. E poi c'è il mare, quello di Trieste, a cui è dedicata anche una delle poesie».
Quali sono secondo lei i migliori autori in versi per l’infanzia?
«Tra gli italiani, oltre a Scialoja e Piumini, amo molto Bruno Tognolini, Pietro Formentini, Giusi Quarenghi, Giuseppe Pontremoli, Silvia Vecchini, Alessandra Berardi, Nicola Cinquetti. Naturalmente anche Rodari, che ha aperto una strada». —
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