Chi erano le vittime di Jack lo Squartatore? Donne inquiete ma non prostitute

Sara Del Sal
Ci sono particolari che appartengono alla storia e che rimangono infallibilmente intrappolati nelle pieghe del passato, sbiadendo fino a scomparire di fronte alla versione ufficiale dei fatti. Come spesso succede, questi particolari sono proprio lì, davanti ai nostri occhi, ma ci sfuggono, per lasciare spazio a qualcosa di più evidente che ha attirato l’attenzione di tutti.
Hallie Rubenhold, scrittrice e storica nata a Los Angeles non ci sta e con il suo libro “Le cinque donne-La verità sulle vite stroncate da Jack lo squartatore” appena uscito per Neri Pozza (traduzione di Simona Fefé, pagg. 432, euro 19) riesce in un’impresa che nessuno aveva mai tentato prima. Ovvero dare dignità a cinque donne che finora sono state accomunate da una unica definizione: prostitute. Facile, per la mentalità di fine ‘800, minimizzare su alcuni dettagli e spiegare gli efferati omicidi di un uomo misterioso che ancora oggi affascina. Al punto che in molti, girovagando per la capitale inglese, partecipano a visite guidate nei luoghi in cui ha colpito.
Rubenhold pensa che sia tempo di capire chi fossero veramente Mary Ann ‘Polly’ Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly e dedica loro questo lavoro che si rivela molto più di un’indagine storica o di un semplice romanzo, rompendo un silenzio ormai divenuto assordante. Si parte dal Giubileo d’oro della regina Vittoria nel 1887, per dimostrare come esistessero due realtà ben diverse a Londra in quel periodo. Da un lato i grandi e sfarzosi festeggiamenti che portano in città reali di tutta Europa, principi indiani e funzionari da ogni dove, e dall’altro, la storia che molti preferiscono ignorare, di un’estate calda e senza piogge che ha compromesso i raccolti, causato razionamenti di acqua e inasprito una crisi occupazionale già in corso.
È la storia di moltissime persone che, rimaste senza casa, passano la notte a Trafalgar Square o, se durante il giorno sono state abbastanza fortunate da raggranellare qualche spicciolo, si spostano ancora più a Est, nella zona di Whitechapel, in cui è possibile trovare un letto. Si parte da qui, per conoscere una per una le cinque vittime.
Polly aveva ricevuto un’educazione e una scolarizzazione non comune per le ragazze del tempo. Era una moglie, una madre. Annie Chapman era figlia di un soldato dell’esercito britannico che, una volta congedato, aveva ottenuto un lavoro come maggiordomo di un uomo in vista. Annie era sposata, aveva tre figli e viveva a Clever nello Berkshire. Elizabeth era nata in Svezia da una famiglia di contadini ma aveva scelto di lasciare la famiglia per andare a cercare lavoro in città come collaboratrice domestica. Elizabeth aveva un amante che la manteneva, ma scelse comunque di lasciare tutto e di partire con un’altra famiglia per Londra in cerca di un futuro migliore.
Catherine, dopo un’infanzia complessa aveva trovato l’amore e avuto dei figli, anche se poi qualcosa era andato storto. Il passato di Mary Jane, bellissima irlandese, rimane avvolto nel mistero, ma gli indizi sul suo conto partono da Londra, dove frequentava un giro di uomini molto facoltosi nel cuore della città, ben lontano dalla zona di Whitechapel. Sembra quindi evidente che non tutte le vittime fossero prostitute e che l’unico aspetto della loro triste sorte che condividevano era il fatto di stare dormendo, in strada o in ricoveri, quando l’assassino le sorprese.
Vincitore del premio Baillie Gifford per la saggistica 2019, finalista al Crime Writers’Association Gold Dagger for Non-Fiction. Selezionato per l’Historical Writer’s Association Non-Fiction Crown Award. Libro dell’anno per New York Times, Sunday Times, Daily Mail, GQ, Washington Post e Oprah Winfrey Magazine, questo lavoro dona vita alle sue cinque protagoniste e lo fa narrando le loro difficoltà, le loro debolezze e le loro scelte, senza mai giudicare, ma lasciando al lettore la possibilità di rimettere in ordine le informazioni che ha finora ricevuto e guardarle con occhi diversi. Finalmente, di vederle. —
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