Chi erano gli Arditi forze speciali ante litteram
“Gli arditi, le truppe d'assalto italiane 1917-1920” scritto da Angelo Luigi Pirocchi, è uno dei pochi studi sulla nascita e l’evoluzione dei reparti d’assalto degli Arditi, “forze speciali” ante litteram create per salvare le sorti dell’esercito italiano nella Prima guerra mondiale. Il volume, edito da Leg Edizioni, con foto d’epoca e stampe a colori, si può acquistare da oggi con Il Piccolo (9,50 euro più il prezzo del quotidiano). L’autore - ricercatore accademico e militare, è stato supervisore e osservatore internazionale per l’Osce - spiega le speciali procedure di reclutamento e di addestramento, le uniformi, le armi e gli equipaggiamenti, l’addestramento specifico sia fisico sia psicologico, la vita quotidiana, le imprese e la loro eredità.
Il soldato Ardito fu concepito per dare una svolta all’immobilismo della guerra di trincea sul fronte dell’Isonzo. Pensato da lungimiranti e brillanti menti militari, questo soldato d’élite, organizzato in interi reparti d’assalto, doveva imprimere una svolta nello stanco e dissanguato esercito italiano, compiendo non soltanto assalti volti a conquistare vittorie immediate, ma anche manovre di più ampio respiro capaci di spezzare le difese nemiche e di preparare il terreno all’avanzata generale della fanteria. Lo spirito di corpo, decisamente incoraggiato, sopravvisse alla guerra, tanto che molti ex-Arditi parteciparono all’impresa fiumana di D’Annunzio e furono tra i membri delle squadre paramilitari fasciste che sostennero l'ascesa di Mussolini al potere.
Pirocchi esamina le origini di questi reparti, la loro vita quotidiana, le imprese e la loro eredità. Durante la Prima guerra mondiale, anche sul fronte italiano i combattimenti si immobilizzarono in quella che venne definita “guerra di trincea”, con i continui assalti che si risolvevano in uno stallo e una carneficina.
L’Ardito fu una delle risposte a questa insostenibile situazione. Per la prima volta, a un soldato italiano venne impartito un addestramento specifico e non episodico, sia dal punto di vista psicologico sia fisico. L’Ardito ricevette il miglior equipaggiamento possibile con condizioni di vita di molto superiori allo standard. Per contrastare l’alto tasso di perdite, la disciplina fu amministrata con oculatezza, e premi e decorazioni vennero largamente concessi. Particolare attenzione fu posta al cameratismo e alla creazione di una mentalità aggressiva, nell’ottica di motivare il personale e sostenerlo nella gestione degli enormi stress del combattimento.
Riproduzione riservata © Il Piccolo