Chi era Vittorio Merloni il capitano d’industria che marciava con la Storia

Nel volume della figlia Maria Paola il profilo di un imprenditore di primo piano nello sviluppo economico italiano
13/03/2007 INCONTRO DI DIALOGO ITALIA RUSSIA NELLA FOTO VITTORIO MERLONI
13/03/2007 INCONTRO DI DIALOGO ITALIA RUSSIA NELLA FOTO VITTORIO MERLONI

la Recensione



È piuttosto difficile che un figlio sia in grado di delineare oggettivamente la figura del genitore, ma Maria Paola Merloni, grazie anche a documenti e testimonianze, è riuscita, con il libro “Oggi è già domani” (Marsilio, pagg. 304, euro 18), a dare il meritato risalto al padre Vittorio. Si tratta di un personaggio che ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’economia italiana e che merita attenzione non solo per i notevoli contributi che ha dato, ma perché i suoi comportamenti e la sua visione possono ispirare un nuovo modello di impresa del quale c’è grande necessità per superare la crisi che stiamo vivendo. Due sono state le posizioni che Vittorio Merloni ha occupato: quella di imprenditore e la presidenza di Confindustria. Se partiamo da quest’ultima, egli fu Presidente dell’organizzazione degli industriali negli anni 1980-84. In tale ruolo, oltre alla modernizzazione delle attività anche culturali dell’organizzazione imprenditoriale la decisione veramente importante per il Paese, fu quella, presa il 1° giugno 1982 dopo molti vane trattative guidate dal governo Spadolini, di disdire l’accordo sulla scala mobile firmato nel 1975 da Giovanni Agnelli. Esisteva, infatti, un circolo vizioso in base al quale l’inflazione faceva aumentare il costo della vita e questo, a sua volta proprio per l’impatto sui salari della contingenza, portava a una maggiore inflazione e via di seguito.

Dove, per altro, Vittorio Merloni fu veramente eccezionale fu nell’attività imprenditoriale. Qui il padre Aristide aveva fondato, nelle vicinanze della natia Fabriano, una fabbrica di bilance e successivamente di bombole per gas. Per il vero Vittorio aveva iniziato dando vita ad una piccolissima azienda per la produzione di gabbie per pollame, ma è quando assume la direzione commerciale delle aziende familiari che gli si apre un orizzonte nazionale ed internazionale nel quale saprà eccellere.

Il salto a capo azienda si verifica nel 1966 con l’acquisto di una piccola impresa milanese, Alia, produttrice di elettrodomestici. Conformemente alla cultura familiare che al territorio è molto legata nel 1969, dovendo ampliare la produzione è nei pressi di Fabriano che viene costruito un nuovo stabilimento. E qui si fa il primo passo verso quella che in futuro sarà una prassi necessaria per lo sviluppo: si apre il capitale a terzi: nel caso specifico ad una società pubblico-privata, la Centrofinanziaria. Assai più significativa l’andata in Borsa nel 1984.

Altri tre aspetti di grande rilievo della crescita sono l’internazionalizzazione, anche produttiva, delle attività, una continua innovazione organizzativa e di prodotto. Infine le frequenti acquisizioni di aziende affermate che porteranno la Merloni Elettrodomestici (il cui nome venne modificato in Indesit, società acquisita da alcuni anni, per trasformarla in società non familiare) ad essere uno dei leader mondiali nel suo settore. Dietro a tutto questo ci sono in Vittorio Merloni dei valori che vanno dall’attenzione al benessere dei dipendenti e del territorio alle trasformazioni. Per usare sue parole:” Anche la Storia fa le aziende. Quando essa è esigente, quando essa apre prospettive, le aziende sono costrette a crescere e ad andare avanti”. Solo se ci saranno altri imprenditori come lui usciremo dalla crisi in cui siamo caduti. —

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