Check-up alle marionette di Podrecca e dai bauli spuntano scimmie e formichieri

il progetto triesteSono teste di legno. Per decenni hanno dormito là, dentro i loro bauli. Ma adesso hanno deciso di farsi vedere, sollevare il capo, far sentire anche la loro voce. O meglio: quella...

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Sono teste di legno. Per decenni hanno dormito là, dentro i loro bauli. Ma adesso hanno deciso di farsi vedere, sollevare il capo, far sentire anche la loro voce. O meglio: quella dei loro marionettisti.

Il patrimonio storico delle marionette di Vittorio Podrecca, "I Piccoli", di cui è proprietario oggi il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è tornato a mostrarsi al pubblico. Lo ha fatto ieri, alla Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio, in occasione di un incontro in cui è stata annunciata la conclusione del lavoro di inventario e catalogazione, avviato dallo Stabile Fvg con il supporto del Mibact. All'impresa hanno partecipato, oltre al personale dell'ente, anche Barbara Della Polla e Ennio Guerrato della Cooperativa Cassiopea, specializzata nel settore, e gli studenti del Liceo Petrarca, che hanno incluso questa attività nei progetti di alternanza scuola-lavoro (in particolare i ragazzi della IV H, coordinati da Patrizia Picamus).

Si è trattato di aprire bauli che non venivano aperti da decenni, quasi una cinquantina, riportare alla luce antiche marionette (alcune risalgono agli anni '20), valutarne lo stato ...di salute, e attribuire loro un'identità, provando a capire a che spettacolo della Compagnia Podrecca appartenessero.

Dunque un check-up in piena regola, finalizzato alla compilazione di una carta d'identità marionettesca per ciascuno degli oltre 500 pezzi di cui si compone la collezione.

Dai bauli sono scaturite sorprese. «È stato un lavoro meticoloso - spiega Barbara Della Polla - perché già in passato erano stati avviati alcuni inventari, mai completi però. Ora quei contenitori hanno svelato i loro segreti, e in qualche caso ci hanno davvero entusiasmato».

Nel dare respiro alle antiche teste di legno, oltre a immancabili segni del tempo (e a tarli e tarme), specialisti e studenti del Petrarca hanno trovato pezzi di alto artigianato. Ad esempio, la marionetta della Scimmia fumatrice, che grazie a un ingegnoso sistema di fili e tubicini permetteva al pupazzo i tipici movimenti scimmieschi. Ma anche di godersi davanti al pubblico una fumigante sigaretta (a fumare e a soffiare nei tubi, dall'alto del ponte di manovra, era ovviamente il marionettista).

Inedito e di gran bella fattura («quasi un'opera scultorea») un Formichiere appartenuto a chissà quale spettacolo. Bella e ben conservata anche la marionetta "tropicale" di Carmen Miranda, regina delle lunghe tournée mondiali dei Piccoli.

«Dopo aver allestito opere musicali in tutta Europa - spiega Della Polla - i Podrecca capirono di dover varcare l'oceano e si misero in viaggio per Nord e Sudamerica. Ma dall'altra parte dei mari i gusti del pubblico erano differenti. Ecco allora l'idea di concentrarsi sulle meraviglie visive di quel "Varietà" in cui confluivano i più disparati generi musicali e i più incredibili virtuosismi tecnici». Esemplare anche un Arlecchino, diventato famoso negli Usa, come “presentatore” di show serali.

La scoperta più curiosa è quella di una marionetta risalente forse agli anni '20. Catalogato come “giovane giullare”, il corpo è privo della testa, ma alle estremità spuntano incomprensibili zampe d'uccello. «È stata una bella sorpresa ritrovare, però in un altro baule, una testa di pappagallo che combacia perfettamente con quel corpo. Una figura antropomorfa, con caratteri animali».

Dai pezzi storici, il catalogo della collezione si estende a creazioni più recenti. Sono inventariate anche le marionette che registi come Macedonio, Bordon, Piaggio, Ciabatti hanno fatto costruire ex novo per i loro spettacoli: Flauti Magici, Belle Addormentate, o le favole di Carlo Gozzi. Che sono andati a comporre, negli scorsi decenni, il nuovo teatro di figura in Friuli Venezia Giulia, eredità della tradizione "mondiale" dei gloriosi marionettisti Podrecca.

«Un vero peccato - ha detto Franco Però, direttore dello Stabile - dover riporre questi capolavori di nuovo nei loro bauli». Il Comune, rappresentato dagli assessori Rossi e Tonel, si è impegnato a non restituirli ad altri decenni di sonno. —



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