Che disastro di commedia ha tradotto il triestino Luttmann

Stasera debutta al “Bobbio” l’irresistibile successo del West End londinese giallo dal meccanismo comico con attori che si fingono non professionisti



Da stasera a mercoledì 12 dicembre, al Teatro Bobbio sarà in scena "Che disastro di commedia", ovvero l'allestimento italiano dell'irresistibile "The play that goes wrong", titolo che si è guadagnato premi e riconoscimenti ovunque sia stato portato in scena. In questo caso la traduzione è stata affidata al triestino Enrico Luttmann, drammaturgo e attore che conosce bene la comicità. «Questo testo è una bomba. Già leggendolo ho iniziato a ridere, e ho capito subito che andava tradotto per portarlo anche al pubblico italiano», spiega Luttmann.

Lo spettacolo, nato in Inghilterra, arriva in Italia con la regia di Mark Bell che ha firmato anche l'allestimento del West End londinese. «È uno spettacolo in cui vengono fornite delle indicazioni molto precise su tutto ciò che accade, per cui l'effetto da raggiungere è già codificato». Si parte da una compagnia amatoriale, che finalmente può mettere in scena un giallo, ma la replica è un susseguirsi di intoppi e di errori. «Sono molto felice che la compagnia italiana sia composta da bravissimi attori ma non troppo conosciuti, come del resto accade in tutto il mondo. In questo spettacolo un attore famoso sarebbe stato inutile e soprattutto avrebbe rischiato di mettere in pericolo la credibilità del testo stesso». In scena gli attori devono fingersi degli attori non professionisti, anche se devono avere un grande allenamento fisico, per tutte le prove che devono superare sul palco. «Traducendolo - spiega Luttmann - mi sono accorto che si tratta di un giallo inglese meno raffinato di quelli dei grandi autori come Agatha Christie. Ho dovuto quindi trovare un modo per renderlo altrettanto efficace anche nella lingua italiana, e rendere le battute un po' sgrammaticate».

Ma gli spettatori entrando in sala, già qualche istante prima dell'inizio capiranno di trovarsi di fronte a qualcosa di comico, in cui ogni oggetto in scena non è stato posizionato sul palco per caso e la scenografia stessa fa parte del gioco. Chi ha visto lo spettacolo, magari a Londra o a New York sa bene che poco importa chi è l'assassino perché uscendo dalla sala, tra risate fragorose, quello che si ricorderà, sarà la sensazione di stupore per tutto ciò che si è appena visto accadere e la bravura enorme degli attori in scena nel cercare di farlo accadere nel modo più naturale possibile. Enrico Luttman, invece, da autore, al momento non ha spettacoli suoi in arrivo in città. «Il mio "Segreti di famiglia" con Viviana Toniolo e Stefano Messina andrà in scena a Roma e in altre città, ma non ancora a Trieste. È un testo nuovo che mi sta dando grandi soddisfazioni». —

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