Carmen Consoli, che bella la sua abitudine di tornare

TRIESTE. Per fortuna Carmen Consoli ha l'abitudine di tornare, (titolo del suo ultimo fortunato album), e, dopo cinque anni dai successi di Elettra e un tour internazionale, sceglie la dimensione emotivamente coinvolgente e l'ambiente intimo dei teatri per raccontare la sua musica.
È una platea gremita quella che la accoglie e la applaude sabato al Rossetti, non appena il sipario si apre. Gonna di pelle, capelli raccolti in una morbida coda di cavallo e tacchi alti: così si presenta, in grandissima forma, mentre intona, voce e chitarra, Sud Est, il primo dei grandi successi di venti anni di carriera in scaletta.
È solo dopo San Valentino che si schiude il secondo sipario alle sue spalle e ci presenta la sua band, dalla forte presenza femminile. «In Sicilia abbiamo un problema - dirà nel suo modo coinvolgente e divertente nel corso del concerto - stanno aumentando le quote azzurre. Il potere è in mano alle femmine!». Quelle di Carmen Consoli non sono solo canzoni ma commenti sonori, la musica è l'occasione per raccontare la sua visione delle cose e del mondo. Ed ecco che c'è spazio per toccare il delicato tema dell'immigrazione con “La notte più lunga”, per descrivere squarci di vita siciliana in “A' finestra” o provocare ironicamente con “AAA cercasi”. Non può ovviamente mancare l'amore, che lei declina in molteplici sfaccettature, da quello romantico a quello che divora il cuore e fa mancare il fiato.
Carmen ci conduce in un viaggio tra i sentimenti e alterna “Venere”, “Amore di plastica”, “Geisha”, “Orfeo”, “Non volermi male” e “Fiori d'arancio” arrangiata magistralmente come una bossa nova e “Parole di burro”, solo con voce, chitarra e una pioggia di luci a farle da cornice. Diventata recentemente mamma, non risparmia parole per suo figlio Carlo e aneddoti della sua vita "normale" durante la gravidanza. È una star della porta accanto, che non ama apparire, ma è capace di incantare con la sua forte presenza scenica.
Il pubblico di Trieste la ascolta, si diverte, si fa sentire e intona cori e le due ore senza intervallo dove si alternano chitarre e plettri che si accumulano ai suoi piedi, si chiudono con “Confusa e felice” l'unico bis che concede al pubblico, ormai in piedi e riunito sotto al palco. Carmen condivide gli applausi con la sua band, capitanata dal fedele amico e musicista Massimo Roccaforte alla chitarra, Roberto Procaccini alle tastiere, Fiamma Cardani alla batteria, Luciana Luccini al basso, Adriano Murania al violino, Valentina Ferraiuolo alle percussioni e Claudia Della Gatta, al violoncello. Prima che si spengano definitivamente le luci, Carmen ha ancora un'ultima cosa da dire: «Auguro a tutti che la felicità possa far parte di questa vita», È così che saluta il teatro Rossetti e Trieste, città bagnata dal mare, come la sua amata Catania.
Chiara Gily
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