Brindisi a San Martino con calici di Prosekar

Parte venerdì 4 novembre la tradizionale kermesse del borgo carsico
Una passata edizione della Festa di San Martino a Prosecco
Una passata edizione della Festa di San Martino a Prosecco

TRIESTE All'insegna dello storico motto "A San Martin el mosto diventa vin", inizia venerdì sera (4 novembre) l'edizione 2016 della festa che Prosecco dedica al santo e alla produzione del Prosekar, tipico vino dell'altipiano.

Definito "frizzante, fresco e dolce" il Prosekar sarà il protagonista della cerimonia di apertura, in programma alle 18, alla trattoria Sociale di Prosecco. Un'ora prima, alle 17, si inaugurerà la mostra concorso intitolata "Gli angoli segreti dei paesi", che darà al via alla serie di eventi culturali sui quali si articolerà la festa, la cui conclusione è fissata per venerdì 11.

Nell'arco delle sette serate (unica eccezione quella di lunedì 7, quando i chioschi rimarranno chiusi), si alterneranno concerti, dibattiti, degustazioni, rievocazioni storiche in costume. Nel complesso un programma molto vario, in grado di soddisfare tutte le esigenze. «È giusto che i triestini vadano a conoscere la qualità dei prodotti locali - ha detto l'assessore comunale Lorenzo Giorgi - perché ciò significa anche aiutare l'economia del territorio».

Bruno Rupel, presidente degli Usi civici di Prosecco, ha ricordato che: «Questa festa ha radici lontane. Era tradizione in questo periodo - ha aggiunto - portare il vino nuovo nelle osterie con la carrozze a cavalli. L'attuale dimensione la festa di San Martin l'ha assunta nel 2005, dopo la riapertura della strada che porta qui».

Maja Tenze, presidente della Circoscrizione nella cui giurisdizione rientra anche Prosecco, ha definito il programma «molto ricco e capace di mettere in vetrina la storia, la bellezza, il fascino del nostro territorio».

Edi Bukavec, presidente dell'Associazione agricoltori di Trieste, ha rinnovato la richiesta alle istituzioni di «impegnarsi per tutelare i prodotti locali. Per esempio - ha sottolineato - vorremmo che si pensasse a ristrutturare il costone carsico per poter migliorare il paesaggio e aumentare le superfici capaci di ospitare nuove viti».

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