“Boyhood” sbanca i Globes e punta dritto sugli Oscar

Il film di Linklater è stato il trionfatore nella serata dei premi che hanno sorriso pure a Amy Adams, attrice nata ad Aviano
Di Paola Targa
epa04556234 Julianne Moore arrives for the 72nd Annual Golden Globe Awards at the Beverly Hilton Hotel, in Beverly Hills, California, USA, 11 January 2015. EPA/PAUL BUCK
epa04556234 Julianne Moore arrives for the 72nd Annual Golden Globe Awards at the Beverly Hilton Hotel, in Beverly Hills, California, USA, 11 January 2015. EPA/PAUL BUCK

LOS ANGELES. La perseveranza paga. Un film la cui realizzazione è durata 12 anni, “Boyhood”, è stato il grande vincitore della 72.a edizione dei Golden Globes, i premi assegnati dall'Hollywood Foreign Press Association che riunisce i giornalisti stranieri della città del cinema.

Il film che racconta la vita di una famiglia attraverso gli occhi di un ragazzo, ha vinto il Globo d'oro come miglior film drammatico, oltre a quello per la regia, a Richard Linklater, e per la migliore attrice non protagonista, Patricia Arquette. “Boyhood” dunque consolida la sua posizione di frontrunner nella corsa agli Oscar, che concluderanno la stagione dei premi, il 22 febbraio.

Meno scontata la vittoria di “Grand Budapest Hotel”, nella categoria migliore commedia o musical. Il film di Wes Anderson ha battuto il favorito “Birdman” che, però, ha portato a casa il premio alla migliore sceneggiatura e al migliore attore protagonista, Michael Keaton. Quest'ultimo, con il ruolo di un attore di film comici sul viale del tramonto, ha provocato un effetto inverso alla sua carriera ed ora è dato fra i favoriti anche alla corsa agli Oscar.

Diminuiscono invece le chance da Oscar per Jennifer Aniston. L'ex Rachel di “Friends”, per la prima volta impegnata in un ruolo drammatico, imbruttita e ingrassata in “Cake”, è stata battuta da Julianne Moore nel film sul dramma dell'Alzhaimer, “Still Alice”. La Moore era candidata anche nella categoria migliore attrice brillante, ma a vincere quel Globo d'oro in questo caso è stata Amy Adams, l’attrice nata ad Aviano, per “Big Eyes”, ultima fatica di Tim Burton. Eddie Redmayne ha vinto il Globe per il migliore ruolo drammatico, interpretava il fisico paraplegico Steven Hawking nel film tratto dalla biografia della moglie Jane, “La teoria del tutto”.

Sul palco, alle battute si sono alternati momenti più seri dedicati a quanto accaduto in Francia. Jared Leto è stato il primo a ricordare l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo e ha annunciato: «Je suis Charlie». George Clooney, che ha ottenuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille, in sala stampa ha detto: «Spero che questa tragedia non alimenti ulteriormente il sentimento anti-islamico già troppo diffuso. Spero non ci siano reazioni troppo forti in questo senso.

Sul fronte della televisione da sottolineare la vittoria di “Transparent”, serie tv che racconta il mondo dei transgender. Jill Soloway, produttrice e ideatrice della serie racconta come sia nata l'idea di portare in tv la storia di una transgender settantenne che decide di svelare la propria identità ai figli. «Mio padre è transgender, lo ammiro per la sua dignità, forza e coraggio. La prima cosa che ho pensato quando me lo ha detto è stato, che coraggio che ci vuole, la seconda: è un'ottima idea per un telefilm».

Kevin Spacey è risultato miglior attore protagonista della serie “House of Card”. Tina Fey e Amy Poehler per il terzo anno consecutivo hanno condotto la serata con eleganza, anche se non sono mancate le battute un po’ più sferzanti, dedicate quasi tutte alla vicenda della violazione informatica alla Sony.

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