Body building e regole così un ortopedico si rimette in gioco

Cosa ci fa un medico affermato di quasi sessant'anni sul palco di una gara di “body building”? Qui i muscoli sono un pretesto e il podio poco più che un alibi. A emergere è piuttosto la voglia di (ri)...
Cosa ci fa un medico affermato di quasi sessant'anni sul palco di una gara di “body building”? Qui i muscoli sono un pretesto e il podio poco più che un alibi. A emergere è piuttosto la voglia di (ri)discutere la vita e alcuni dei suoi aspetti fondamentali, provando un percorso vitale nuovo, fatto di antica filosofia e nuove prassi quotidiane. Temi che sono al centro del libro
“Regole Universali” (Edizioni Streetlib, pagg. 335, euro 15,99)
, del triestino
Andrea Maggi
, professione ortopedico, classe 1957. Uno che dopo oltre trent'anni trascorsi a restaurare rotule e menischi ha pensato bene di ridisegnare parte della sua esistenza e di raccontarne la svolta in un tomo di oltre 300 pagine. Lavoro corposo, sì, ma agile nell'esposizione, mai superficiale e persino candido in alcuni passaggi. Per farlo, Maggi non ha abiurato a etica e professione, ha solo voluto riempire di contenuti nuovi la sua esistenza affidandosi all'inedito bisturi della critica, a volte persino feroce, e alla disciplina, altrettanto ferrea, del body building.


Penna e bilanciere quindi. Quanto basta per rimettersi in gioco nel segno di una originale “mens savia in corpore nel complesso sano”, all'interno di un percorso narrativo che parte dall'epica del culturismo (quello Natural, privo di additivi di sorta) e che va a parare su temi come l'economia, il ruolo delle donne, la politica e la sanità. Un solo filo comune, quello delle regole: «Dopo tanti anni impegnato a impartire istruzioni e regole del benessere, ho capito che dovevo iniziare a dare il vero buon esempio sul campo – premette Maggi – e il primo passo è stato iscrivermi a una palestra e lavorare seriamente, anche in vista di una gara riservata agli over 50. Non volevo insomma più cercare alibi e anche una competizione di questo tipo, per me, che sono nel complesso timido e chiuso, poteva segnare una vera avventura, da affrontare con coraggio e impegno».


È stato così. Andrea Maggi asciuga il fisico, cesella i muscoli, sfiora persino il podio alle selezioni ai campionati italiani. Ciò che conta però è che ritrova una visione forse smarrita, si interessa del mondo, della società, della vita stessa: «Oltre alla palestra mi sono dedicato al lavoro aerobico in bicicletta – ricorda il medico triestino – e le molte ore passate a pedalare hanno contribuito a farmi riflettere e collegare».


Il libro di Andrea Maggi nasce da tali presupposti e si nutre del fattore vitale per eccellenza, il coraggio: «In effetti scrivere un libro del genere richiede coraggio – ammette – ma anche incoscienza. Se vogliamo, sembra proprio una gara di body building. Sul palco ci si mette in costume da bagno esponendo il corpo, con un libro invece si espongono, nude e crude, molte delle proprie idee».


Il volo di “Regole Universali” inizia su un terreno familiare, quello del corpo umano (il capitolo, prevedibilmente, è “Mens sana in corpore sano”), dove l'autore riprende i dettami di Giovenale misurandoli sulle distorsioni moderne e puntando l'indice contro “trappole” epocali come l'ozio, l'alimentazione scorretta, l'abuso di tecnologie e una delle “grandi illusioni”: la chirurgia plastica.


Il libro regala probabilmente il meglio nei capitoli successivi, dove tocca la politica, gli squilibri economici, le guerre, il problema dell'immigrazione, e dove emerge soprattutto un manifesto dolce e intenso dedicato alla donna, alla sua forza, alla sua capacità nel saper esistere e resistere: «Stiamo vivendo un’esistenza avulsa dalla realtà – conclude Maggi –. Sono sconvolto e coinvolto. Cosa sta succedendo e cosa lasceremo ai giovani?». Già, cosa? Forse l'appello a ritrovare delle regole. Quelle antiche, naturali, per il corpo e la mente.


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