Biasiol e Carini, triestini “expat” protagonisti in gara a ShorTS

TRIESTE Battono bandiera anglosassone ma hanno un cuore triestino i due corti che stasera e domani apriranno le competizioni di ShorTS. Un fatto sempre meno bizzarro in tempi in cui tanti giovani abbandonano il luogo d'origine per cercare altrove nuovi sbocchi e “visioni che sconvolgano le regole”, per citare il motto del festival. Se una coincidenza c'è, invece, è il particolare rapporto che entrambi intrattengono col suono.
Fa base a Oxford dove si è trasferito per seguire il suo sogno Emanuele Biasiol, 23enne regista di “Audiophile” che inaugurerà la gara di stasera: uno sguardo inedito sulla monotona routine di un uomo che viene sconvolta quando si innamorerà della voce della vicina, udita attraverso le pareti dell'appartamento. «L’idea non è mia, ma di un autore ora mio amico, Ian Green – spiega Biasiol, che sarà stasera in piazza Verdi -. Quando ho letto il suo racconto ho pensato che la storia di quest'uomo solo che tenta di formare una relazione, per quanto morbosa, attraverso il “filtro” del muro fosse una bella metafora del modo in cui oggi ci rapportiamo alla gente attraverso i social network. Sempre “vicini” e in contatto, ma senza vederci per davvero o poterci toccare.
La metafora funziona perché la storia è ambientata negli anni ‘80. Poi ho avuto la fortuna di trovare un protagonista fantastico, Atilla Akinci, che è riuscito a sintonizzarsi su quest'idea perfettamente. Il film lo definirei sì delicato e “quieto” ma pensoso; sicuramente bisogna tendere le orecchie perché è un corto molto silenzioso ma nel quale ciò che rompe il silenzio è fondamentale».
Mettersi in ascolto sarà opportuno anche per “Stan” domani sera, il corto documentario made in Uk di Ben G. Brown che aprirà il concorso: la colonna sonora è firmata da un altro triestino che ha vissuto anni oltremanica, Elvio Carini, ritornandoci saltuariamente. «L’obiettivo, e principale difficoltà, del mio lavoro – racconta il musicista - è sempre quello di essere funzionali alla narrazione, riuscendo al tempo stesso ad ampliare lo spettro comunicativo del comparto visivo senza prenderne il sopravvento. È un equilibrio delicato tra la tensione capace di sfidare le aspettative dello spettatore e l'enfasi emotiva, senza sfociare nella mera accondiscendenza al desiderio di chi guarda». «Ho iniziato a studiare musica privatamente da bambino – continua Carini, compositore e sound designer per produzioni italiane e internazionali - e proseguito da autodidatta, approfondendo quel che concerne il sonoro attraverso gli studi all’Accademia di Venezia e un master in Sound Design alla Leeds Beckett University. Alkene? È un altro progetto nato ormai 10 anni fa per fare musica pop su strutture non convenzionali. Con il gruppo abbiamo pubblicato 2 album e vari ep e stiamo attualmente registrando il terzo album, oltre a continuare l’attività live». —
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