Bianchi Bandinelli, lo storico dell’arte che fece da guida a Hitler in Italia

Un docu-film sullo storico dell'arte Ranuccio Bianchi Bandinelli, costretto a far da guida a Hitler e Mussolini nel primo viaggio in Italia del Führer, entra a far parte nel programma della 73° Mostra del Cinema di Venezia, il programma dal 31 agosto al 10 settembre. La Biennale di Venezia presenta, in collaborazione con le Giornate degli Autori - Venice Days, il film documentario di Enrico Caria “L'uomo che non cambiò la storia”, liberamente ispirato al diario di Bandinelli «Il viaggio del Führer in Italia», e realizzato grazie alle immagini d'archivio dell'Istituto Luce - Cinecittà.
«Bianchi Bandinelli è figura notissima fra gli storici dell'arte e gli archeologi italiani - spiega il direttore della Mostra, Alberto Barbera -. Meno noto il fatto che, costretto a far da guida a Hitler e Mussolini in occasione del primo viaggio in Italia del Führer, si fosse interrogato sull'opportunità di organizzare un attentato per togliere di mezzo gli ingombranti dittatori. Caria ricostruisce con ironia e precisione documentale l'incredibile vicenda, che suscita ancora oggi interrogativi di grande attualità».
Enrico Caria è un regista, scrittore e giornalista italiano. È anche vignettista e giornalista per varie testate; è sceneggiatore per la radio, la televisione e il cinema.
Bianchi Bandinelli (1900-1975) ha notevolmente contribuito al rinnovamento degli studi di archeologia e arte antica in Italia, in contatto con la cultura europea del suo tempo. Nel 1938 fu incaricato dal Ministero della cultura popolare di svolgere la funzione di guida in occasione della visita a Roma e Firenze di Hitler. Accettò in seguito di tenere conferenze in Germania e di svolgere un'analoga funzione per la visita a Roma di Hermann Goering. L'anno successivo rifiutò la direzione della Scuola Archeologia italiana di Atene, dalla quale era stato appena rimosso il direttore ebreo Alessandro Della Seta, e nel 1942 rifiutò un incarico del Ministero per l'insegnamento a Berlino. Manifestò quindi una decisa opposizione al fascismo, con la partecipazione al movimento clandestino liberal-socialista. Nel dopoguerra ha insegnato all'università di Roma fino al 1964.
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