Biagio Marin un poeta digitale

Il Fondo degli scritti è ora consultabile online
Di Alex Pessotto

di ALEX PESSOTTO

Mancano pochi minuti alle 18 del 5 dicembre 2003 quando nella sede romana di Christie's, a Palazzo Lancellotti, piazza Navona, viene battuto il lotto 473. È contenuto in sette cartelle o faldoni, e proviene in origine dal tavolo di lavoro della lussignana Alcea Giadrossi, maestra elementare a Trieste, collaboratrice di Biagio Marin per quanto riguarda la trascrizione dattiloscritta dei suoi testi. Ad aggiudicarsi quello che era stato definito il "grande archivio di manoscritti in versi e in prosa" del poeta gradese è la Fondazione Carigo, indubbiamente dimostrando un lodevole interesse nei confronti di un patrimonio documentario che rischiava la dispersione e che grazie all'apporto e alla competenza di Edda Serra e dei suoi collaboratori (Pericle Camuffo, Isabella Valentinuzzi e Ilenia Marin) è stato continuamente valorizzato; nè va trascurato il contributo di Matteo Vercesi, che in tempi recenti si è occupato degli inediti poetici.

Per valorizzare ulteriormente tale patrimonio è stato creato un archivio digitale dei documenti che costituiscono il Fondo Biagio Marin, appunto di proprietà della Fondazione Carigo nei cui ambienti, ieri, il progetto è stato presentato. Il ricco corpus, in parte inedito, grazie a un accurato lavoro di inserimento dei dati che si rifà a un precedente intervento di inventariazione, schedatura e conservazione elettronica, è, quindi, ora consultabile sul sito web della cassaforte goriziana (www.fondazionecarigo.it). Ne consegue che molto materiale assai importante per meglio studiare la figura e l'opera di Marin, ma anche, secondo il punto di vista del poeta, la storia dell'area giuliana e triestina del secondo dopoguerra, potrà essere più facilmente fruito.

Fondamentale per l'operazione è stato l'impegno del Centro Studi Biagio Marin di Grado (e certo della sua presidente, Edda Serra) e di Pericle Camuffo, che ha condotto il trasferimento dei dati all'interno delle schede digitali.

Il Fondo, in particolare, che ovviamente potrà essere integrato con nuove acquisizioni e donazioni, si pone come terzo importante centro di raccolta, studio e divulgazione dell'opera mariniana con quello della Biblioteca civica di Grado e con quello dell'Archivio degli scrittori e della cultura regionale dell'Università di Trieste.

Peraltro, anche se, il vero e proprio archivio mariniano di Alcea Giadrossi, come sottolinea Edda Serra, «nessuno può dire se sia arrivato a noi per intero come lei lo aveva lasciato, né tanto meno se l'ordine attuale delle cartelle risponda all'organizzazione di lavoro da lei pianificata», le sette cartelle o faldoni del lotto 473 già sono state arricchite grazie alla donazione di Luigia Modolo Obizzi di sette lettere manoscritte di Marin, inventariate come faldone 8.

Nel complesso, l'archivio è costituito da 856 documenti. Per la maggior parte si tratta di manoscritti: di essi, oltre 400 sono testi poetici, oltre a prose di varia natura scritte per occasioni diverse: articoli destinati alla stampa, saggi critici, pagine di memoria e di narrativa, ricostruzioni autobiografiche, l. ettere, appunti e curriculum da inviare a editori, testi per interventi pubblici. Vista la presenza di molti documenti ancora inediti, nell'archivio digitale sono per ora presenti, salvo alcune eccezioni, solo le immagini della prima pagina dei documenti manoscritti in prosa e di una selezione di liriche edite (indicate da Edda Serra), in attesa che venga completato il lavoro di valutazione e pubblicazione degli inediti presenti nel Fondo.

Il quale è già stato ampiamente valorizzato attraverso la pubblicazione di due volumi, "Autoritratti e impegno civile" del 2007 e "Paesaggi, storia e memoria" del 2008, contenenti una selezione dei testi in prosa più significativi del Fondo medesimo; questi volumi sono usciti quali supplementi della rivista "Studi mariniani", la rivista del Centro Studi Biagio Marin di Grado. Inoltre, l'archivio era già stato presentato nel 2006 a Gorizia nell'ambito di un convegno ospitato dalla Biblioteca Statale Isontina dal titolo "Le risorse degli archivi pubblici per conoscere Biagio Marin" i cui atti, curati dalla Serra, sono usciti nel 2009, sempre come supplemento alla rivista "Studi mariniani". Tra le iniziative di valorizzazione del Fondo vai poi ricordata la mostra documentaria dell'ottobre 2008 sul tema "Biagio Marin. Dal manoscritto alla traduzione" curata dalla Serra e dal germanista Luigi Reitani svoltasi a Gorizia, alla Fondazione Carigo.

«La consistenza dell'archivio - afferma Pericle Camuffo - è dunque di sicuro interesse non solo per gli studi mariniani, per la ricostruzione tutt'ora in corso della complessa, sfaccettata e a volte contraddittoria personalità intellettuale di Biagio Marin, ma anche per chiunque sia interessato a conoscere, dalla prospettiva di uno dei maggiori poeti del Novecento italiano, la storia dell'area giuliana e triestina in un periodo, quello del secondo dopoguerra, particolarmente significativo».

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