Bertocchi alias L’Iperuranio assaggi del primo album stasera al Lunatico Festival

Pop raffinato e produzione curata: così suona “Postimpressionismo” il debutto discografico di L’Iperuranio, alias nato da «Un’appropriazione indebita di uno dei concetti più ispirati di Platone» dietro cui si cela il triestino Nicola Bertocchi. In attesa dell’uscita dell’album, prevista per autunno (laPOP Edizioni), un assaggio dal vivo, stasera alle 21 al Lunatico (inizio alle 19 con i dj Lucy&Vinz); sul palco di San Giovanni accanto al cantante e chitarrista, Christian Zacchigna al basso e Pierpaolo de Flego alle tastiere e cori. Al disco ha partecipato una lunga lista di noti musicisti cittadini: Alberto Bravin (Pfm), Francesco Cainero (The Topix), Marco Vattovani (Canto Libero, Les Babettes), Stefano Vertovese (Burnite), Gabriele Starini (Busy Family), Daniele Dibiaggio (Al Castellana) e Paolo Marchesich (Magazzino Commerciale).
Il cantautore muggesano, classe ’80, laureato in Scienze e Tecniche dell’Interculturalità, presidente del Teatro degli Asinelli fino al 2014, amministratore di una startup che si occupa di social media, è attivo musicalmente dai primi 2000 con la cover band Metroclub, mettendo intanto nel cassetto tante canzoni da lui composte, con influenze come Paolo Benvegnù e i suoi Scisma, i Bluvertigo, Riccardo Sinigallia e i Tiromancino (in scaletta sabato una loro cover).
Perché L’Iperuranio?
«“Mondo delle idee” di Platone: secondo lui, per farla semplice, non impariamo le cose, le ricordiamo (dall’Iperuranio, da cui noi stessi deriviamo). Dopo il 2000 inventare musica è praticamente impossibile. Si può solo cercare di rimescolare in maniera propria cose che già esistono».
Chi ha prodotto il disco?
«Nicola Ardessi, il membro fantasma dell’Iperuranio. Dietro ci sono quattro anni di coabitazione in una fatiscente villa/studio di registrazione a Santa Croce, dove son passati a registrare tra gli altri Radio Zastava, Burnite, Doppia Personalità, Busy Family e The Academy».
L’album è stato anticipato da alcuni singoli?
«Nel 2017 è uscito il video di “Incontri (Dimensioni Parallele)”, con la regia di Francesco Chiot. L’abbiamo mandato al portale di Radiocoop e da lì è arrivata la proposta di collaborazione per un disco, tramite la loro etichetta laPOP (la stessa di Cortellino). È seguito il primo singolo, “(Non)Essere” uscito a novembre 2018, sempre diretto da Chiot, presentato in uno showcase alla Milano Music Week. A giugno, il secondo singolo “L’Altalena”, realizzato dal Border Studio».
“Postimpressionismo”?
«Uscirà in autunno, anticipato di qualche settimana dal singolo “Dopo la Pubblicità”. Si chiama così perché ci sono 12 canzoni scritte fra il 2002 e il 2013, scelte fra decine di pezzi per rappresentare al meglio tutte le anime della scrittura iperuranica. Non essendo state scritte per finire in un disco, e quindi senza scadenze, sono tutte nate per “ispirazione” (e non ci sono riempitivi). Pre-prodotte da me e sviluppate da Ardessi per trovare un sound definitivo: dalle impressioni alle impressioni rivissute dopo, quindi postimpressionismo».
Oltre ai talenti coinvolti, cosa c’è di Trieste?
«Il contrasto, che caratterizza la nostra città. Per esempio ci sono canzoni che dicono qualcosa di pesante ma sono leggere o viceversa». —
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