Beppe Fiorello canta Modugno «Così ho vinto le mie paure»

Giuseppe Fiorello ritorna a Trieste. Domani e sabato sera sarà al Teatro Bobbio, fuori abbonamento, con il suo “Penso che un sogno così...” lo spettacolo che attraverso le canzoni di Modugno, a 25 anni dalla sua scomparsa, gli permette di raccontare una storia poetica.
Oltre quattro stagioni e quasi 400 repliche sono un record importante. «Ho notato che capita sempre più spesso che alla fine dello spettacolo mi vengano a proporre di ritornare in nuove date», dice Giuseppe Fiorello.
«Ho capito – continua – che questo racconto è riuscito a toccare il cuore delle persone, pur essendo una storia molto personale, perché parla di mio padre. Ma il pubblico riesce a legarlo alle proprie esperienze. Credo che molte storie familiari si somiglino e io parlo della mia, che è una famiglia italiana come tante altre. Una famiglia semplice, ma con dei valori».
E da questa famiglia sono tre i fratelli, Rosario, Catena e lo stesso Beppe, a lavorare nel mondo dello spettacolo: «Coi miei fratelli ci vediamo per le cose di famiglia, ma ognuno segue il suo percorso artistico. Non abbiamo progetti che ci vedano dividere uno stesso palco, io sono stato ospite di Rosario quando era più presente in tv, ma non abbiamo unito i nostri lavori in altre occasioni. Collaboriamo in altri tipi di percorsi più slegati dal mondo dello spettacolo». Giuseppe ha interpretato moltissimi personaggi al cinema e per la tv: «Sono tutte storie vere, realmente accadute. Mi colpiscono perché sono spesso poco conosciute, o sono rimaste insabbiate, e mi piace offrire loro l’opportunità di farsi conoscere. Sono una persona curiosa, leggo molto. Il mio lavoro si basa sulla ricerca e sulla curiosità». Recentemente, a seguito dell’attentato al giornalista Federico Ruffo, Beppe Fiorello ha espresso il suo sostegno al cronista su Twitter: «Conosco Federico e la sua onestà intellettuale oltre alla sua passione - spiega -. Mi sentivo emotivamente coinvolto e trovo che sia doveroso non restare distaccati, questo clima di minaccia sta oltrepassando la linea, ribadisce Fiorello».
Ma oggi in America si celebra il Giorno del Ringraziamento e lui ringrazia, sottolinea, «mio padre che mi ha insegnato tanto, e ringrazio Modugno che ha portato la mia carriera in una parabola crescente. Ma ringrazio anche me stesso per il coraggio che ho e per aver saputo sconfiggere le mie paure per affrontare un personaggio così straordinario. Ogni tanto credo che dovremmo guardarci allo specchio e dirci grazie. Io devo davvero molto al mio coraggio e alle mie paure».
Da domani per due serate sarà a Trieste, affiancato dai musicisti Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, per raccontare attraverso le grandi canzoni di Domenico Modugno la sua vita e un tempo lontano che è da sempre dentro di lui, attraverso un gioco di specchi che porterà sul palco le persone della sua memoria. —
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