“Bellezza e abisso” per Klimt, Schiele Moser e Wagner

Gustav Klimt, Egon Schiele, Kolo Moser, Otto Wagner: quattro personalità, quattro artisti, che tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento rivoluzionarono il modo e il significato di fare arte. In comune non ebbero soltanto il desiderio di esprimersi liberamente, rompendo gli schemi dell’arte ufficiale del loro tempo, ma anche l’anno di morte: il 1918.
Vienna, la città che fu teatro di questa unica e straordinaria stagione artistica, si appresta a celebrare il centenario della loro scomparsa e la loro opera con una ricca serie di iniziative che coinvolgeranno le sue principali istituzioni culturali.
“Schönheit und Abgrund” (Bellezza e abisso) è il titolo scelto per il fitto programma di mostre dove la bellezza sarà sicuramente rappresentata dai dipinti dorati di Klimt, dalle moderne architetture progettate da Wagner, dagli oggetti disegnati da Moser o da qualche struggente paesaggio di Schiele, mentre l’abisso sarà sotteso dai corpi nudi e tormentati dello stesso Schiele e dal clima di quegli anni che di lì a poco condurranno alla tragedia della guerra e alla dissoluzione dell’impero.
Tra il 1890 e il 1918 Vienna fu attraversata da una ventata di rinnovamento non solo per quanto riguarda le arti figurative ma anche nell’ambito della letteratura con scrittori quali Karl Kraus, Hugo von Hofmannsthal o Arthur Schnitzler, in quello della musica con i compositori Gustav Mahler e Arnold Schönberg, della filosofia con la personalità di Ludwig Wittgenstein e della scienza con il padre della psicanalisi Sigmund Freud.
Allora nei caffè e nei salotti dell’alta borghesia si incontravano e discutevano insieme intellettuali, artisti, politici e scienziati confrontandosi sui loro reciproci pensieri, sul loro comune desiderio di cambiare il modo di intendere le cose e la vita stessa. «Nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche» ebbe a dire lo stesso Gustav Klimt che nel 1897 fu tra i fondatori del movimento della Secessione viennese, proponendo la fusione delle arti e l’ideale di un’opera d’arte totale.
“Bellezza e abisso” farà rivivere l’atmosfera di quegli anni rivisitando ogni aspetto dell’arte e della vita quotidiana di allora.
Il Museo Leopold in questi giorni inaugura l’esposizione “Vienna intorno al 1900. Klimt – Moser – Gerstl – Kokoschka” con capolavori di Klimt come “La vita e la morte”, dipinti di Moser tra cui “Venere nella grotta”, i suoi mobili, oggetti e manifesti. Le opere degli espressionisti Gerstl e Kokoschka illustreranno gli sviluppi successivi della Secessione viennese.
Sempre al Leopold, a febbraio, si inaugurerà la mostra dedicata a Egon Schiele: dipinti, opere su carta e numerose carte d’archivio ripercorreranno la produzione artistica dell’autore il quale elesse Klimt a suo maestro ma che ai preziosi sfondi dorati del protagonista della Secessione sostituì il vuoto del foglio bianco su cui si stagliano le sue figure, specchio di una profonda angoscia esistenziale. “Schiele–Brus–Palme” nello stesso ambiente espositivo proporrà quindi una riflessione sul corpo come fulcro dell’espressione artistica da Schiele agli artisti delle generazioni successive.
A giugno l’esposizione interamente dedicata a Gustav Klimt permetterà di ripercorrere la sua evoluzione artistica a partire dal tardo storicismo delle prime imprese decorative e pittoriche fino alla piena maturità della sua pittura simbolista e secessionista, per giungere quindi alle anticipazioni dell’espressionismo. Una sala sarà dedicata al dipinto “La sposa”, ultimo capolavoro dell’artista esposto per la prima volta insieme ai disegni preparatori e al libro di schizzi del 1917.
Sono in programma quindi mostre di fotografia come quella intitolata “Fatemi bella, Madame d’Ora. La fotografa d’Ora 1907-1957” dedicata allo studio fotografico di Dora Kallmus dove si sono fatte ritrarre le celebrità del mondo dell’arte e della moda, dell’aristocrazia e della politica del XX secolo e “Moriz Nähr. Fotografia e Modernismo viennese” dedicata a uno dei più importanti innovatori della fotografia presenti a Vienna intorno al 1900, grande amico di Klimt.
Al Kunsthistorisches Museum, come già avvenuto nel 2012 in occasione del 150° anniversario della nascita del pittore, verrà allestito un ponteggio alto dodici metri per poter ammirare da vicino il ciclo di tredici dipinti che Klimt realizzò in fase giovanile, insieme al fratello Ernst. Inoltre nella Collezione Antica del museo la sua “Nuda Veritas” sarà esposta nella Sala del Doriforo di Policleto insieme ad altre opere d’arte antica.
Al Wien Museum, da marzo, la mostra “Otto Wagner” porrà a confronto l’opera di questo “architetto metropolitano” con quella dei suoi compagni di strada e dei suoi avversari.
Al Mak, Museo austriaco di Arti Applicate/Arte Contemporanea, da maggio, “Post Otto Wagner–Dalla Cassa di Risparmio postale al Postmodernismo” indagherà sull’influenza di Wagner nell’architettura del’900. A dicembre l’esposizione “Koloman Moser” presenterà l’opera completa del pittore, grafico e insegnante, dal 1899 al 1918, alla Scuola di Arti e Mestieri di Vienna.
Anche il Museo ebraico di Vienna partecipa all’imponente omaggio. “Il posto dove essere. I salotti come luogo” presenterà i salotti di Fanny Arnstein e Josephine Wertheimstein, di Berta Zuckerkandl ed Eugenie Schwarzwald, quali luoghi colti della politica e luoghi politici della cultura.
All’Arnold Schönberg Center “Arnold Schönberg e la Giovane Vienna” indagherà la figura del compositore e l’influenza esercitata da lui in vari ambiti sui giovani musicisti viennesi. Verranno quindi coinvolti il Museo della Letteratura con la mostra “Berg, Wittgenstein, Zuckerkandl. Personaggi centrali del Modernismo viennese” e l’Istituto bulgaro di cultura “Casa Wittgenstein” con “Ludwig Wittgenstein: l’odissea del Tractatus (100 anni di Tractatus Logico-Philosophicus)”.
Per il calendario completo delle manifestazioni: sito web www. wien. info/it.
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