Bastianich: «La mia Trieste tra amici e cibo»

Parla il famoso ristoratore che questa sera su Sky Arte Hd fa tappa con il suo tour “On the road” in Friuli Venezia Giulia
Di Carlo Muscatello

«Tutte le puntate del programma mi hanno appassionato. Ma quella dedicata a Trieste e al Friuli Venezia Giulia ha mosso in me delle emozioni particolari. È ovvio: è stato un ritorno a casa, fra i suoni e gli accenti delle mie terre d’origine. Un’esperienza davvero particolare...».

Parla da Los Angeles Joe Bastianich, che concluso l’ennesimo successo con “MasterChef”, ora si dedica all’altra passione della sua vita: la musica. Stasera alle 21.10 su Sky Arte Hd, seconda puntata della seconda serie di “On the road - Joe Bastianich Music Tour”. Dopo aver raccontato musiche e sonorità di Puglia, Sardegna, Campania e Sicilia, ora tocca al Friuli Venezia Giulia. E alla “sua” Trieste.

«Stavolta gioco in casa - dice Joe, nato nel ’68 a New York, anzi, nel quartiere Astoria, Queens, “casa” degli emigrati istriani nella Grande Mela - ed è stato un grandissimo piacere. Vengo da una famiglia di musicisti, mio padre e mio zio suonavano la fisarmonica, per me è stato quasi naturale dedicarmi alla chitarra e al canto».

Prosegue: «Le tradizioni di queste terre sono molto presenti in me, ricordo quand’ero bambino le feste in casa dei parenti. I miei nonni stavano in Istria, ma allora c’era la vecchia Jugoslavia e la situazione non era molto buona. Trieste era per me, per noi un’isola felice, con i suoi aromi, il caffè, il vino, gli accenti familiari...».

Bastianich ha anche vissuto per un periodo nel capoluogo giuliano. «Sì, fra il ’90 e il ’91 - ricorda - vi ho trascorso quasi un anno. Ero giovane, avevo cominciato un viaggio in cerca delle mie radici, ancora non sapevo cosa avrei fatto da grande: partire da Trieste è stata una cosa naturale. Stavo a casa di amici, ho lavorato con il ristoratore Bruno Vesnaver, un amico di famiglia che mi ha ospitato e dal quale ho imparato tante cose».

Ma torniamo alla musica del programma di stasera. «Abbiamo messo assieme - dice il versatile manager della ristorazione e conduttore televisivo - un bel mix di tradizione e cose moderne. Mi hanno colpito molto Les Babettes, reduci dalla sfortunata partecipazione a “X Factor”, dove avrebbero meritato di più: con le tre ragazze siamo diventati amici, collaboriamo, faremo delle cose assieme anche dopo questo programma».

Lorenzo Pilat? «È l’artista che apre la puntata, trovo che la sua sia una storia molto triestina, dal successo nel Clan di Celentano, alla grande carriera come autore, fino alla scelta di dedicarsi alla canzone dialettale. Trasmette un’innata nostalgia per la storia, la cultura, il popolo di questa straordinaria città».

Gli altri? «Mi è piaciuto molto il friulano Lino Straulino, una sorta di folk singer che viaggia ai confini del country-rock. In certe cose, in certi momenti mi ricorda il grande Bob Dylan. Ma raccomando ai telespettatori anche le melodie balcaniche dei Kraski Ovcarji, il rock contadino degli Arbe Garbe, la voce multietnica di Gabriella Gabrielli...».

«Insomma - conclude il severo giudice del programma dedicato agli aspiranti chef -, davvero una puntata speciale che vuole rappresentare anche musicalmente la sua posizione storica e geografica così particolare, al centro dell’Europa, al confine fra le tre principali realtà etniche e linguistiche del continente: quella latina, la slava e la germanica. Stavolta lo abbiamo fatto in musica».

Storie che l’uomo conosce assai bene, essendo figlio di Felice Bastianich e Lidia Matticchio Bastianich, che nel ’56 lasciarono l’Istria natìa per scappare a Trieste e poi nel ’58 proseguirono il loro viaggio con destinazione Stati Uniti: per loro e i loro figli, la terra della fortuna.

Come si diceva, la prima puntata di questa serie è stata trasmessa la scorsa settimana ed era dedicata alla Sicilia: da Avola a Catania, da Enna a Messina, con artisti come la cantante Rita Botto, il percussionista di tamorra Alfio Antico, il cantastorie Mario Incudine, le Malmaritate e i Matrimia. Prossima settimana si chiude in Emilia Romagna, con un viaggio che va dalla tradizione del liscio ben rappresentata dall’Orchestra Casadei fin o al pop delle nuove generazioni, il cui campione è Cesare Cremonini.

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