Baby star in “Cattivissimo Me 3”

Il terzo capitolo della saga conferma la validità dei nuovi cartoon digitali
Da qualche anno, ormai, i lampi più geniali di citazionismo pop al cinema arrivano dai film di animazione.


Un genere, quello del cartoon digitale, che è ufficialmente uscito dalla categoria “per bambini” per stuzzicare invece il bambino che c’è stato in noi, magari negli anni ’80.


È il caso di “Cattivissimo Me 3”, rutilante terzo capitolo della saga su Gru, un tempo super cattivo che ha deciso di adottare tre orfane e abbandonare il crimine, e i suoi irresistibili piccoli aiutanti gialli Minions. Nel nuovo film infatti Gru, diventato agente della Lega Anti Cattivi, deve vedersela col nuovo villain Balthazar Bratt, ex baby star di una serie tv anni ’80, defenestrato da Hollywood ai primi peli di barba. Frustrato ma ricchissimo, Bratt ha preso troppo sul serio il personaggio che interpretava sullo schermo, il “Bambino Cattivo”, ed ora a 40 anni ruba il diamante più grande del mondo e medita di distruggere Hollywood a colpi di gomma da masticare gigante.


Gru viene licenziato dalla Lega Anti Cattivi proprio perché non riesce ad acchiapparlo. Ma, sorpresa, scopre di avere un fratello gemello, Dru, l’opposto di lui a partire dai capelli, biondi e fluenti: proprio Dru lo aiuterà a ritrovare la fiducia in se stesso.


La parte più gustosa del film, almeno per il pubblico “over 30”, è la citazione aperta degli anni ‘80, della televisione e dei miti dell’epoca, dai “kaiju eiga”, i film giapponesi di grandi mostri distruttori, alle hit di Madonna e Michael Jackson, dalle spalline sotto la giacca all’aerobica.


Il marchio di fabbrica di “Cattivissimo Me 3” e quello della casa di produzione Illumination Entertainment, fautrice anche di altri successi d’animazione come “Pets – Vita da animali” e “Sing” è un alto tasso di cinefilia, che permette ai registi di giocare a man bassa coi richiami dei grandi film del passato e con i generi. In “Cattivissimo Me 3” si mescolano parodia del supereroe, action, musical, storia d’amore parentale, con accenni al cinema carcerario e a quello sovietico anni ‘20, con l’irresistibile “rivolta operaia” dei Minions che finisce dietro le sbarre.


Se i film Disney Pixar mantengono un’impronta da favola edificante, un po’ fuori dal tempo, i titoli Illumination/Universal si divertono invece a mescolare i fenomeni pop degli adulti con la fantasia e i colori che attraggono i più piccoli.


Un connubio interessante che pare soddisfare tutti: il primo “Cattivissimo Me” ha guadagnato quasi 550 milioni di dollari in tutto il mondo, il secondo quasi un miliardo. E che il cinema di animazione sia ormai una cosa serissima non lo dimostrano solo le cifre, ma anche il fatto che la colonna sonora di “Cattivissimo Me 3” sia firmata quasi in toto dalla star Pharrell Williams con, ovviamente, entusiasmanti inserti revival, da “Bad” di Michael Jackson a “Into the Groove” di Madonna, da “Take on Me” degli A-ah al successo della hit new wave tedesca “99 Luftbaloons”.


Si ride in più di qualche momento, come per lo scalcagnato assalto di Gru e Dru al quartier generale di Bratt, l’ossessione della piccola Agnes per gli unicorni e la nostalgia tutta Eighties del cattivo.


Il merito principale del film è l’intuito comico nel tratteggiare personaggi fortemente caratterizzati: l’ultimo è proprio il gemello Dru, quarantenne nord-europeo benestante e un po’ ingenuo, tanto riuscito da far presagire già un quarto capitolo della saga.


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