Asaf Avidan a Grado «Faccio anche il tifoso ma solo per amore»

Tra un concerto e l’altro si concede anche qualche partita dei mondiali, Asaf Avidan, lo straordinario cantante israeliano che sarà protagonista il 5 luglio al Grado Festival Ospiti D’Autore. «Non mi piaceva il calcio - afferma Avidan - ma la mia fidanzata è una tifosa, e quindi guardiamo le partite insieme quando ne abbiamo occasione. Siamo una coppia normale, ma parlando di questo sport ci comportiamo all’inverso rispetto a tutti gli altri, con lei che non si perde un minuto dei match e io che le faccio compagnia. Se dovessi scegliere una squadra da supportare sarebbe la Nazionale inglese anche se non ha portato a casa grandi risultati».
Come tifoso potrà anche non essere così convinto, ma quando si parla di musica tutto cambia. Sulla Diga Nazario Sauro promette che farà un «ritorno all’essenziale. Sarò da solo sul palco con la mia chitarra e con le mie storie da raccontare. L’idea di portare in tour un concerto di questo tipo mi è venuta dopo avere concluso la tournée precedente, quando mi sono reso conto che ero stufo di fare l’intrattenitore all’interno di un mega evento. Sentivo la necessità di cantare quello che volevo e di fare ciò che desideravo, restando semplicemente me stesso. Non voglio cantare per farmi dire che sono bravo, mi lascio emozionare dalle cose che sento dentro. Il risultato è solitamente uno show intenso, nel quale si crea un grande scambio di emozioni con il pubblico».
Le premesse migliori quindi, per conoscere più a fondo un artista che si sta imponendo a livello mondiale con successi come “Love it or leave it”. «Inizialmente sono arrivato alla musica con l’immagine dell’artista che scrive di notte e che vede le canzoni nascere dai suoi tormenti esistenziali. I primi due album li ho creati in questo modo, ma ora mi sono accorto che qualcosa doveva cambiare e l’ispirazione può arrivarmi in qualsiasi istante, da un libro che sto leggendo o da un commento che sento per caso. La canzone “The Cyclamen”, il ciclamino, è nata da una visita di mia madre. Io avevo in casa questa piantina e lei si è accorta che rischiava di morire. Dalle sue parole, mentre mi spiegava come prendermene cura in modo corretto, ho visto il tentativo che questa pianta stava facendo per restare aggrappata alla vita, e mi sono accorto di quanto spesso per restare aggrappati alla vita rischiamo di non afferrarne i grandi significati. Io amo utilizzare metafore per parlare delle paure, dei problemi e dell’amore, lo faccio per me e per gli altri».
Una voce molto particolare, ricca di sfumature, che ha colpito e incuriosito critici e fan, ma nel suo passato Avidan è stato anche un animatore turistico e ha realizzato cortometraggi. «Ora sono un cantautore, e voglio restare nel mondo della musica. Scrivere testi, comporre musica, suonare e cantare sono tutte fasi impegnative del mio lavoro, per non parlare dell’estrema precisione richiesta in sala di incisione. Mi impegna così tanto che non avrei tempo per riprendere in mano una videocamera e non ne sento la mancanza». Nato a Gerusalemme ma cresciuto per qualche anno anche in Giamaica, il giovane Asaf ha iniziato ad apprezzare la musica tra i sette e gli otto anni: «Mio padre ascoltava i Beach Boys, e io allora non vedevo nel mio futuro una carriera da musicista. Quando avevo dodici anni, come tutti i miei coetanei amavo i Nirvana, ero confuso e pensavo che nessuno mi capisse. Ora che ho trentaquattro anni so che se ho bisogno di ispirazione devo guardare ai grandi come Bob Dylan o Leonard Cohen, i migliori in assoluto per me». A precederlo una star della chitarra come Joe Satriani il 4 luglio. Biglietti su Ticketone e nei punti vendita autorizzati Azalea Promotion.
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