Ariella Reggio e Sara Alzetta una galleria di personaggi in preda al bisogno d’amore

Giovedì e venerdì “Affamati” ai Fabbri sulle difficoltà dell’autonomia affettiva, con la musica di Paolo Butti
Gabriele Sala

TRIESTE. Due nomi noti e molto amati a Trieste saliranno sul palco dei Fabbri domani e venerdì alle 20.30: Ariella Reggio e Sara Alzetta in "Affamati", una produzione Contrada, accompagnate dalla musica di Paolo Butti. Insieme racconteranno storie da piangere - se non fossero da ridere – sulla difficoltà di autonomia affettiva. «Pensavo infatti- spiega l'attrice e regista dell'appuntamento Sara Alzetta - alla frase “donne e uomini in preda del bisogno d’amore, ecco quello che siamo”. Di chi è la frase? di Freud? di Orietta Berti o di Moana Pozzi? O, come sempre, di Albert Einstein? Chi può rispondere meglio della Madonna (una Madonna tra Nazareth e la via Emilia) o di una prostituta che dimentica sua figlia in auto?»

Una decina di pezzi, di storie, affrontate con ironia, su un tema delicato: quello che parla della nostra società, così cannibale, in cui ci divoriamo tutti, perchè non siamo in grado di gestire i nostri vuoti.

Da Cassandra con le sue nefaste previsioni (fatte al telefono), a Clitennestra e Agamennone, ma anche estratti presi da Virginia Woolf, passando per la storia di Valeria Solanas che sparò ad Andy Warhol, alle considerazioni sulla questione del linguaggio, del giornalista e scrittore Stefano Bartezzaghi.

Per concludere non mancherà la riflessione di Mazzini che diceva "Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione disuguale e una perenne oppressione di leggi, quell'apparente inferiorità intellettuale, dalla quale oggi argomentano per mantenere l'oppressione”.

Una carrellata di personaggi in scena, da quelli che hanno affrontato il tema a quelli distrutti dal loro bisogno di amare, che in fondo è un bisogno così attuale, in una società consumistica e divoratrice. «È una provocazione certo - prosegue Alzetta - questa che mettiamo in scena e che nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, ha lo scopo di delineare un quadro della nostra società cannibale, divisa tra il bisogno di predare e di farsi divorare». Per informazioni contrada@contrada.it oppure 040947481. —


 

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