Anthony Burgess scrisse in triestino il musical dell’Ulisse

L’autore di “Arancia meccanica” e la moglie lavorarono con Mario Maranzana al testo
Di Elisabetta D’erme

di Elisabetta D’Erme

Tra gli appuntamenti più interessanti organizzati quest'anno per la 19° edizione della Trieste Joyce School rientra la conferenza-ascolto "L'Ulyssea triestina di Anthony Burgess e Mario Maranzana" che si terrà oggi, alle 21 all'Auditorium del Revoltella.

Di cosa si tratta? Rosa Maria Bosinelli, professore emerito dell'Università di Bologna e già presidente dell'International J.Joyce Society (nella foto centrale di Andrea Lasorte), assieme a Serenella Zanotti, ricercatrice di inglese all'Università Roma Tre, ricostruiranno l'incredibile storia del ritrovamento della versione italiana del musical radiofonico “Blooms of Dublin” tratto dall'Ulisse di Joyce, su musica e testi dello scrittore e compositore inglese Anthony Burgess (1917-1993).

L'autore dell'"Arancia meccanica", romanzo reso famoso nel 1971 dal film di Stanley Kubrick, visse a lungo in Italia e fu un attento lettore di Joyce, come dimostra il suo saggio “Re-Joyce”.

Tra il 1982 e il 1992 Burgess e la moglie lavorarono alla traduzione del musical-operetta con l'attore triestino Mario Maranzana (1930-2012), interprete di numerose commedie all'italiana e telefilm. La nuova versione, che aveva spiccati accenti triestini, fu offerta al Teatro Verdi di Trieste col titolo Ulyssea e venne messa in cartellone per la prima stagione lirica alla Sala Tripcovich (1992/93).

Ne dovevano essere interpreti lo stesso Maranzana nel ruolo di Leopold Bloom, Fiamma Izzo nel ruolo di Molly ed Elio Pandolfi, per la regia di Edmo Fenoglio. Ma a Trieste l'Ulyssea non andò mai in scena… e cadde nel dimenticatoio fino alla scoperta del manoscritto.

Com'è nata la vostra ricerca sul manoscritto dell'Ulyssea di Burgess?

«Alcuni anni fa, con Serenella Zanotti, frugando negli archivi dell'Harry Ransom Research Center a Austin in Texas, ci siamo imbattute in un documento dal titolo "Ulysses, part II, Italian version". All'inizio pensavamo di avere scoperto la seconda parte di una versione inedita del romanzo di Joyce in italiano ad opera di Burgess. Ricerche successive presso la Fondazione Burgess a Manchester hanno messo in luce l'esistenza di una serie di documenti relativi a un progetto di traduzione in italiano di un'opera musicale di Anthony Burgess basata sull'Ulisse, dal titolo “Blooms of Dublin”. Una versione radiofonica di questa operetta andò in onda alla BBC, in simultanea da Dublino e Londra, il 2 febbraio del 1982, in occasione dell'anniversario della nascita di Joyce. Altri documenti relativi al progetto di traduzione di “Blooms of Dublin” ci sono stati forniti dalla signora Maria Luisa Rado, moglie di Mario Maranzana di Trieste, attore, doppiatore, autore e registra teatrale e televisivo prolifico e molto popolare».

Cosa caratterizza la versione italiana di “Blooms of Dublin”? E quanto ha contribuito, a suo parere, la triestinità di Mario Maranzana nelle scelte operate?

«In questa versione, anche e soprattutto grazie a Maranzana, abbiamo una triestinizzazione del testo di Joyce. La traduzione è frutto della collaborazione fra Burgess, che conosceva l'italiano essendo vissuto a lungo in Italia, la sua seconda mogli. e Liana Macellari Burgess, e Maranzana. Da questa collaborazione nasce un progetto diverso da “Blooms of Dublin”, ovvero un Ulisse che parla triestino. Il testo del libretto viene ripensato in questa chiave, a partire dal titolo, che diventa Ulyssea».

Quale è l'interesse che questo testo ricopre per gli studiosi di letteratura?

«Blooms of Dublin, che Burgess chiama una "versione musicale di Ulisse", si compone di due atti che seguono la trama del romanzo joyciano e ne riproducono i dialoghi quasi alla lettera. L'originalità di Burgess si manifesta soprattutto nelle 37 canzoni che si alternano ai dialoghi in base a partiture musicali originali composte da lui per quest'opera. La funzione delle canzoni è divulgare e rendere accessibile al vasto pubblico il romanzo di Joyce. La traduzione è molto interessante, sia dal punto di vista letterario (come ogni traduzione è una lettura/interpretazione e in quanto tale entra nell'apparato critico) sia dal punto di vista delle scelte linguistiche».

L'Ulyssea doveva debuttare al Verdi di Trieste a giugno del 1993, ma a metà stagione venne sostituita col “Matrimonio segreto di Cimarosa”. Perchè?

«La versione ufficiale fornitaci dalla signora Maranzana e quella riportata all'epoca sulla stampa parla di ragioni finanziarie: il progetto era diventato troppo costoso. Ma ora, grazie alla collaborazione dell'Associazione Triestina Amici della Lirica G. Viozzi, sono emersi altri documenti dagli Archivi del Teatro Verdi di Trieste e del Civico Museo Teatrale C. Schmidl, il cui contenuto sarà illustrato stasera al Revoltella».

Cosa farete ascoltare di (e attorno a) questo "musical" durante la conferenza?

«Abbiamo le registrazioni di una serie di discussioni a tre voci fra Anthony Burgess, Liana Burgess e Mario Maranzana, che sentiamo parlare mentre la traduzione prende forma, e che ci fanno capire come i tre lavoravano al progetto. Faremo sentire anche frammenti delle canzoni originali in inglese e ne daremo la proposta di traduzione che emerge da queste discussioni».

Qual è il valore musicale oltre che artistico dell'Ulyssea?

«Burgess oltre che scrittore prolifico e di successo era un compositore e un competente musicologo che fu autore di numerose composizioni, alcune delle quali trasmesse per radio dalla BBC. La mia impressione è che più che un contributo musicale Burgess volesse, anche attraverso la musica e le canzoni, offrire al lettore comune una versione giocosa e fruibile dell'Ulisse. Un ulteriore elemento di appeal è dato dal fatto che l'orchestrazione per la versione italiana venne affidata ad un brillante musicista triestino, il maestro Giudo Cergoli (1912/2000), specializzato nel genere dell'operetta».

Oggi l'Ulyssea potrebbe essere messa in scena? Oltre al libretto esiste anche una partitura musicale completa?

«Esiste la partitura completa della versione in inglese, mentre a quanto ci risulta quella per la versione italiana è rimasta incompleta. Nondimeno potrebbero esserne eseguiti i brani più belli in forma di concerto, come il finale di Molly Bloom. Sarebbe un'operazione di notevole interesse culturale che potrebbe attirare un grande pubblico».

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