Ant-Man, supereroe minuscolo e sfigato

Piccoletto, faccia anonima, attorniato da amici sgangheratissimi, bandito dalla famiglia e, come se non bastasse, fresco di galera.
Chi più del nuovo “Ant-Man”, l'ultimo della scuderia di supereroi Marvel ad affrontare il salto dal fumetto al grande schermo, può incarnare così efficacemente la figura dell'antieroe per eccellenza? Nella sempre più intricata selva cinematografica di protagonisti di quest'universo sempre in costante espansione, l'Uomo Formica, uno dei membri fondanti dei Vendicatori, sulle tavole dal '62, mancava all'appello nel recente blockbuster “Avengers–Age of Ultron”.
La novità, in questo esordio da solista, sta che nella versione cinematografica aggiornata al 2015 l'Ant-Man originale - quel dottor Hank Pym brillante biochimico scopritore di una formula per alterare le dimensioni del fisico umano - passa il testimone al nuovo personaggio Scott Lang (interpretato dal comico Paul Rudd, anche sceneggiatore), appena uscito da San Quintino dietro le cui sbarre ha passato tre anni per furto con scasso. Non rapina, giacché odia la violenza, come terrà a precisare per tutto il film. L'obiettivo sarà di rigare dritto anche se il capo sgamerà subito la fedina sporca licenziandolo in tronco. Un master in ingegneria elettronica farà la differenza: sarà il quid che lo farà scegliere, lui tra mille, dall'originale dott. Pym (Michael Douglas) a indossare lo strabiliante costume rimpicciolente, che da bravo sfigato crederà una tuta da motociclista. Con quella lotterà contro il cattivaccio di turno, ex pupillo di Pym deciso a cambiare destinazione d'uso alla formula, nata per scopi difensivi e invece prossima all'utilizzo in ben più remunerativi impieghi bellici.
Interessante l'idea di innestare nuovi personaggi, trovando un buon equilibrio col passato. Anche perché le storie di Ant-Man non avevano mai successo, come aveva spiegato Stan Lee: perché ne avessero, doveva essere disegnato piccolissimo vicino a oggetti enormi. Forti di quest'osservazione il team creativo del film, già pervaso da un tono marcatamente comico, punta tutto sul contrasto lillipuziano-extralarge regalando scene gustose, dall'addestramento delle formiche al divertente combattimento finale. (fe.greg.)
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