Anna dai capelli rossi torna in compagnia nelle immaginarie “Cronache di Avonlea”

I racconti del celebre personaggio di Lucy Maud Montgomery tradotti per la prima volta in Italia dal triestino Terry Passanisi



La sua impertinente curiosità e il suo mare di lentiggini l’hanno trasformata in una beniamina della televisione. “Anna dai capelli rossi”, protagonista del cartone animato giapponese creato da Isao Takahata, è dal 1980 entrata nel cuore degli italiani. Molti gli elementi di quel successo: la sigla, che ricordava moltissimo “Rivers of Babylon” dei Boney M, la vicenda della ragazzina orfana che con i suoi paroloni difficili e la sua fantasia conquista i due anziani fratelli che la adottano, e un cast di artisti dell’animazione che contava pure Hayao Miyazaki impegnato a supervisionare gli aspetti tecnici della serie dal layout ai fondali alle scene d’interno. Anne Shirley nasce dalla penna della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery nel 1908: l’autrice è abilissima a insegnare, attraverso la sua eroina, il valore delle cose semplici, l’importanza di avere una famiglia e la spensieratezza dell’amicizia. Dai libri venne tratta anche la miniserie televisiva canadese “Anne of Green Gables - the sequel” (Cbc 1987), reperibile su dvd anche in lingua italiana. Di Lucy Maud Montgomery è uscito ora un libro di racconti, “Cronache di Avonlea” (Lettere Animate, pagg. 225, euro 14, 90), curato da Enrico De Luca e tradotto per la prima volta in italiano dallo stesso De Luca insieme a Terry Passanisi, scrittore triestino.

Nelle storie il personaggio di Anna fa alcune fugaci comparse dal momento che l’ambientazione è la stessa e protagonisti sono gli abitanti di Avonlea, immaginaria località dell’isola del Principe Edoardo in Canada: c’è chi ha un conto in sospeso col vicino, chi cambia opinione sul nemico odiatissimo, chi è costretto ad una convivenza forzata che può cambiare la vita. La traduzione, come sempre, rappresenta una sfida. «Il punto più interessante – dice Terry Passanisi – è il mantenimento del cosiddetto’flavour’dello scrittore d’origine. Lo stile di Lucy Maud Montgomery è pulito, semplice ma non semplicistico, molto sensibile e umano, ma non si lascia andare a facili sentimentalismi; è ironico, ma questo aspetto emerge solo in filigrana e va dosato al punto giusto, non lo si può assolutamente adattare modificandone il peso e l’intenzione di partenza. E poi vanno colte le tante citazioni poetiche, Shakespeare su tutti, oppure quelle bibliche, sempre infilate dove meno te le aspetti e poi modificate, quasi nascoste con graziosa maestria nel linguaggio dei personaggi, che sono fulcro di un cambio di discorso, di tono, di umore o della risoluzione della storia».

Pur se in secondo piano, la protagonista dai capelli rossi aleggia sempre. «L’elemento più geniale di tutta la saga – continua Passanisi – è l’iconico personaggio di Anne Shirley, definita dalla sua insegnante, con impeccabile precisione, “un punto di domanda ambulante”. Al di là dell’evocativa descrizione fisica e psicologica che ci fa credere che Anne esista davvero, il modo in cui lei si muove nel suo mondo non è scontato e la profondità delle storie diventa indimenticabile grazie a ognuno dei suoi gesti, delle sue stranezze, delle sue rivoluzioni. Da un punto di vista letterario, Montgomery è una scrittrice che meriterebbe una riscoperta totale: sono felice che Enrico De Luca si stia sobbarcando l’impegno di portarla ritradotta integralmente e annotata con tutti i crismi». Fedele l’adattamento dell’anima giapponese: «Immaginavo che il bellissimo cartone avesse svolto un lavoro di riduzione su trama, vicende e personaggi ma ora posso dire con certezza che c’è tutto, trasposto in modo pedissequo, con un rispetto per gli scritti dell’autrice che nessun’altra trasposizione le ha mai conferito».

Passanisi, autore del romanzo “Sarai tu a morire”, cura la rivista online Downtobaker. «Si tratta di una webzine che si occupa di cultura, letteratura e arte in generale, ma anche di particolari aspetti della società contemporanea, come politica e tecnologia. È nata nel 2016 come, credo, nasce la maggior parte delle riviste online, cioè come blog personale. Oggi editorialisti, scrittori, editori, divulgatori e librai seguono e apprezzano il nostro lavoro». –



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