Anita Kravos conquista la sera di RaiUno

Dall’8 gennaio nella serie “Romanzo famigliare” con Giancarlo Giannini diretta da Francesca Archibugi
Una donna che ha vissuto tutta la sua esistenza al fianco di un uomo potentissimo, accompagnandolo, cercando il suo posto: è il personaggio interpretato da Anita Kravos in “Romanzo famigliare”, la prima miniserie diretta da Francesca Archibugi per la Rai che andrà in onda in sei episodi su RaiUno dall’8 gennaio. L’attrice goriziana è una delle protagoniste, in un cast di grandi interpreti come Vittoria Puccini, Giancarlo Giannini, Anna Galiena, Guido Caprino. Tutti insieme per un racconto già descritto come un’epopea famigliare che ricorda i romanzi di Dickens, Balzac, Natalia Ginzburg, con la verità emotiva con la quale da sempre il cinema della Archibugi guarda alla famiglia e al suo universo, da “Mignon è partita” a “Il grande cocomero”, da “Il nome del figlio” al recente “Gli sdraiati”.


La trama della serie, girata a Livorno e in provincia di Torino, è centrata sui Liegi, ricchissima famiglia guidata da Giampietro (Giannini), presidente di una holding che dirige decine di aziende. La figlia Emma (Puccini) se n’era andata quando, appena diciassettenne, era rimasta incinta. Ma un giorno si ripresenta a casa perché sua figlia (Fotinì Peluso) sembra condividere lo stesso destino della madre: ha 16 anni e aspetta un bambino. Nella casa invece, pur cambiando ruolo, è sempre rimasta Natalia, interpretata da Anita Kravos. «Natalia un tempo era la babysitter di Emma poi, alla morte della signora Liegi, è diventata la compagna del capofamiglia interpretato da Giancarlo Giannini, e quindi la padrona di casa. È una donna sincera, in una fase di fragilità».


Natalia ha un ruolo difficile nell’equilibrio famigliare: «Vive in questa abitazione da ricca senza però occupare un posto che le è spettato di eredità. Natalia e Giampietro hanno anche un figlio riconosciuto, Jacopo, un ragazzo un po’ sbandato, ma non si sono mai sposati: dal resto della famiglia, quindi, viene vista come una che occupa il posto di qualcun altro. È piena di insicurezze e paura per il futuro: la miniserie inizia con la scoperta della malattia degenerativa del marito».


“Romanzo famigliare” è una storia di conflitti, soprusi, amori, che racconta come il legame di sangue vada al di là di qualsiasi rapporto. «È soprattutto una storia sulla familiarità intessuta dal genere femminile», dice Kravos. Sembra un tema antico, ma lo stile è fresco: «Il copione non evita le parolacce, ha un linguaggio molto vero, contemporaneo. C’è anche il tema dell’aborto, perché la figlia di Emma si rivolge a una dottoressa interpretata da Anna Galiena». Anche sul set, come nei suoi film, Archibugi ha cura dei rapporti personali: «Orchestra meravigliosamente i personaggi. E prima delle riprese abbiamo fatto tre giornate di lettura dei testi, tutti insieme, per conoscerci meglio». Per entrare nel gruppo dei protagonisti, Anita ha partecipato a un classico casting: «Nella sceneggiatura la babysitter è di origini slave, quindi il mio cognome ha colpito Francesca Archibugi. E poi la regista cercava un’attrice che fosse capace di recitare in assenza di un ruolo predominante, una donna che vive accanto a un uomo importante». Una donna, insomma, “Come l’ombra”, per citare il film di Marina Spada che ha reso famosa l’attrice. E forse, nella serie ci sarà anche una piccola citazione regionale: «In una delle puntate Natalia dice che beve Ribolla gialla. Vedremo se hanno tenuto al battuta».


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