Anita Kravos a Its: «La moda permette di realizzare i sogni»
TRIESTE. «Cominciamo dall’inizio». «E perché non dalla fine? Sa, Talia Concpet è un gran provocatrice». Scherza, Anita Kravos, citando se stessa, o meglio il dialogo con Jep del suo personaggio ne “La grande bellezza”, il film che la sta portando in giro per il mondo con un Nastro d’Argento al seguito e la fama di essere la più versatile e cosmopolita delle attrici italiane in circolazione. Anita è in questi giorni nella sua città natale per presentare Its, dopo anni di microfono affidato a Victoria Cabello, della quale, spiega, «conserverò tutta l’ironia, e non sarà difficile visto che gioco in casa». Candidata nel 2010 al David come attrice non protagonista, Anita è fra l’altro membro dell'Accademia del Cinema Italiano David di Donatello e dell'Accademia del Cinema Europeo. Il debutto a sedici anni con gli Artisti Associati di Gorizia, poi l’Università a Venezia e la decisione di studiare il russo, quindi la Scuola di teatro dell’Avogaria dove «facevo Arlecchino», cui ha fatto seguito l’Ecole des Maîtres e infine Mosca, dove si fermerà due anni a frequentare la storica Accademia Russa di arti teatrali. Ora è appena tornata dal Voices Festival di Vologda, città delle Russia occidentale «piena di favolose cupole e cattedrali», dove è di casa da quando, cinque anni fa, alla prima edizione della rassegna, aveva presentato “Alza la testa” (premio Lara come migliore interprete), e dove ha presentato “La grande bellezza”. Ma la sua fama in Russia è tale da essere stata appena nominata presidente onorario del Nice, il New Italian Cinema Events, festival delle opere prime e seconde italiane che gira tutta la Russia arrivando fino ai confini della Cina e della Siberia (e anche negli Stati Uniti)».
Un legame piuttosto solido quello con il Paese di Putin.
«Devo dire che mi hanno “russizzato”, un neologismo per dire che mi hanno ben integrato. Fra l’altro ho appena terminato di girare una serie per la tv russa, “Un anno in Toscana”, per la regia di Andrej Selivanov, dove interpreto una cattiva con la parrucca rossa. Mi sono divertita molto».
Fra l’altro lei parla sei lingue: italiano, sloveno, inglese, tedesco, francese e appunto russo...
«Sette. Sto imparando lo spagnolo, perché ho lavorato al film “Como estralles fugaces” di Anna di Francisca..».
Veniamo a Its...
«Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. Citerò Shakespeare in apertura, considerato il tema di questa edizione, “Sogno lucido”».
Per un’attrice come lei sarà uno sherzo fare la presentatrice.
«Al contrario, è un ruolo difficilissimo. Quando presento (Anita Kravos, fra l’altro, è da anni la presentatrice ufficiale del festival èStoria di Gorizia, ndr) esprimo me stessa, non interpreto un ruolo. Non mi posso nascondere. Scelgo io l’abito (un modello Co/Te selezionato da Vogue, ndr), perché l’abito parla di me. Il ruolo di conduttrice è un ruolo importante».
Segue la moda? Fra l’altro è apparsa fasciata in un vestito Armani su “Myself”.
«Tutti si esprimono attraverso la moda. Anzi, la moda è un mezzo per esprimere una tendenza, qualcosa che ancora non è ma che sarà. Lo sa qual è stato il premio più bello che abbia ricevuto?»
Me lo dica lei.
«Un paio di scarpette kickers bianche, al festival per esordienti di Nanni Moretti “Bimbi Belli”. Ero lì per il mio primo film da protagonista, “Come l’ombra” di Marina Spada».
A proposito di festival e di film, cosa dice la sua agenda?
«Dopo Its partirò per l’Ortigia Film Festival, a Siracusa, dove sono in giuria, così come sono in giuria al Gallio Film Festival».
E quando la rivedremo sul grande schermo?
«Ho una parte ne “La vita oscena”, di Renato De Maria, tratto dall’omonimo romanzo di Aldo Nove, in uscita. È la storia di un percorso in un mondo allucinato di un ragazzo, nella sua visione alterata della realtà».
Insomma è il suo momento.
«Sì, mi sembra di vivere un sogno. Anzi un sogno lucido».
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