Andrea Jonasson: «Un genio, di intelletto e di cuore»
L’11 dicembre al Rossetti una serata dedicata al maestro. Tra gli ospiti la sua compagna

«Era un genio, e un uomo di grande generosità, non ho mai incontrato un altro regista che viveva il teatro con tanta rabbia, passione, amore». Andrea Jonasson, una delle attrici predilette del grande artista e sua compagna nella vita, ricorda così Giorgio Strehler, del quale Trieste si appresta a celebrare il ventennale della morte. «Per me - continua Jonasson, ospite d’onore del primo appuntamento dedicato al maestro - questo è un periodo triste, perché mi manca tanto l’avventura di lavorare e vivere con lui. Il suo modo di vivere la vita e il teatro era unico: non c’era soltanto l’intelletto, c’erano testa, cuore, pancia, insomma c’era tutto. Non ho mai più incontrato un uomo come Giorgio».
Tante le iniziative, promosse da Comune, Teatro Stabile e sede regionale della Rai, con tanti ospiti in arrivo per l’anniversario. Ad aprire il calendario sarà la serata-evento, “Trieste per Giorgio Strehler”, a cura di Franco Però, lunedì 11 dicembre alle 20.30 al Politeama Rossetti (ingresso libero fino a esaurimento dei posti). Una serata di spettacolo per ricordare quello che è il più grande poeta del Teatro del secondo Novecento e che si è voluta “teatrale” proprio perché il profilo di Giorgio Strehler sia restituito attraverso il mondo cui apparteneva e che gli apparteneva, quello palpitante degli attori, della magia del teatro, quello in cui la sua lezione rimane fondamentale e la sua creatività insuperata.
Per l’occasione Andrea Jonasson regalerà al pubblico aneddoti emozionanti del regista e dell’uomo, ripercorrendo poi qualche pagina de “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht in cui – da lui diretta e per il Piccolo Teatro – offrì una commovente prova d’attrice nel 1981.
Racconterà poi al pubblico di Trieste la sua straordinaria esperienza nella creazione di Arlecchino, Ferruccio Soleri, che è stato per moltissime edizioni l’interprete principale e indimenticabile de l’“Arlecchino servitore di due padroni”.
L’interpretazione di Gabriele Lavia restituirà suggestioni e brani dal “Re Lear” di Shakespeare, di cui Strehler nei primi anni Settanta diede una lettura illuminante di importanti intuizioni e in cui Lavia sostenne il ruolo di Edgar. Anche Pamela Villoresi ha vissuto momenti fondamentali della sua carriera al fianco di Giorgio Strehler e li ripercorrerà fra aneddoti e momenti recitati. Sara Alzetta, attrice triestina, che è stata una delle ultime allieve di Strehler, porterà a propria volta un momento di memoria teatrale legata al suo maestro.
I contributi degli attori, si intrecceranno alle testimonianze video – messe a disposizione dalle Teche Rai e dal Piccolo Teatro di Milano – che riporteranno frammenti dei grandi spettacoli strehleriani e alcune vere chicche: interviste, dissertazioni, che colgono Strehler mentre racconta della “sua” Trieste. Fra i contributi conservati nelle Teche Rai, molti riguardano il rapporto di Giorgio Strehler con la città, fra questi due “estremi” che esprimono il modo in cui “sentiva” la sua cultura e l’atmosfera: un’intima interpretazione di “Trieste” di Umberto Saba e un sorprendente e divertente frammento in dialetto, da Angelo Cecchelin.
Dopo la serata evento, il 12 dicembre si proseguirà con l’inaugurazione della mostra «Giorgio Strehler. Lezioni di teatro» al Museo teatrale “Schmildl” di Palazzo Gopcevich - che conserva il Fondo “Giorgio Strehler”, donato a Trieste dalle sue eredi, Andrea Jonasson e l’ultima compagna, Mara Bugni - e con la lettura scenica «Giorgio e io. 40 anni al Piccolo Teatro di Milano» di e con GianCarlo Dettori, all’Auditorium del Revoltella.
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