André Oliver e Jeanne Moreau un “enigma” e i suoi grandi amori

PARIGI
Lavorava ancora tutti i giorni. «È la mia ragione d'essere e di esistere» aveva confessato Pierre Cardin un anno fa. Il suo progetto era superare i 100 anni «e ricominciare». Voce sottile, spirito lucidissimo, sorriso garbato e lo charme di un uomo che ha sempre guardato avanti e non ha mai avuto paura di rischiare. Così Pierre Cardin si raccontava in “House of Cardin”, il documentario di P. David Ebersole e Todd Hughes, presentato come evento speciale dalle Giornate degli Autori, alla Mostra di Venezia 2019.
“Enigma Cardin” era una sua etichetta. Persona riservata, uomo d'affari oltre che artista, capace di costruire un impero. «Bisogna avere grande volontà e desiderio per creare cose nuove, poi io adoro rischiare», confessava.
Cardin «è un imperatore totale» dice nel film Jean-Paul Gaultier, intervistato fra gli altri, con Sharon Stone, Naomi Campbell (che considera Cardin «un rivoluzionario»), Dionne Warwick, Alice Cooper (protagonista del primo concerto rock nello spazio teatrale Espace Cardin, che lo stilista, grande appassionato di teatro, ha avuto per 52 anni), Philippe Starck, Jean Michel Jarre e tanti amici e collaboratori.
Nella vita privata di Cardin grandi amori con André Oliver e Jeanne Moreau, che raccontò in un’intervista di aver sedotto lo stilista a un festival teatrale a Stratford-upon-Avon, prendendo una camera in albergo vicino alla sua e saltandogli letteralmente addosso. «Tutto vero - confermò il couturier -. Non avevo rapporti fisici con le donne. Ma Jeanne mi conquistò. Corrispondeva al mio ideale di bellezza, anzi di trascendenza. Amo la virilità in un uomo e la femminilità in una donna, come con l'acqua e il vino, non mi piace mischiare».
Cosa rende una donna bella? «L'interiorità - spiegava -. le persone possono essere belle solo se lo sono dentro se stesse». E la moda? «Un riflesso del pensiero, permette alle persone di esprimere la propria personalità». Se n’è andato senza rimpianti: «Ho vissuto una vita meravigliosa, di lavoro e rispetto». —
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