Anbeta di “Amici”: «Addio tv ora danzo Coppelia a teatro»

Sarà Anbeta Toromani la protagonista di "Coppelia, ou la Fille aux yeux d'émail" (La ragazza dagli occhi di smalto) di Leo Delibés, in scena al Teatro Verdi di Trieste da domani fino a mercoledì 27 aprile, unico appuntamento di balletto della stagione dell'ente lirico.
La danzatrice albanese, nata a Tirana nel 1979, è stata una delle ballerine di punta del talent show "Amici" di Maria De Filippi, dove si è distinta per eleganza e raffinatezza. La sua bravura nella danza, forgiata da uno studio intenso e rigoroso, è stata sempre riconosciuta, persino da Carla Fracci, che l’ha vista danzare durante una puntata della trasmissione.
Oggi Anbeta, che nell’edizione di “Amici” 2002-2003 si era classificata seconda, insegna danza ed è étoile nei principali teatri italiani.
«Finita l'avventura di “Amici" - racconta - mi sono dedicata completamente al teatro, cogliendo l'opportunità di fare quella che era la mia originaria predisposizione artistica». Un ritorno alla danza nei teatri per Anbeta che, prima di essere notata e portata alla ribalta televisiva italiana dal suo connazionale Kledi Kadiu, ha lavorato per quattro anni come prima ballerina al Teatro dell'Opera di Tirana.
In questo allestimento di "Coppelia" Anbeta veste i panni di Swanilda, giovane e vivace adolescente innamorata di Franz, ragazzo allegra e aitante che a sua volta si invaghisce della figlia del giocattolaio Coppelius.
Oltre ai tre personaggi principali in scena, c'è infatti una ragazza di rara bellezza, misteriosa almeno quanto il padre Coppelius, che si palesa soltanto affacciata alla finestra di casa intenta a leggere un libro: è proprio Coppelia, che si scoprirà essere una bambola meccanica.
La storia si sviluppa sull'intreccio amoroso tra i diversi personaggi con trovate d'ingegno fino al coronamento finale delle vicende nell'immancabile lieto fine. Una trama semplice con un intreccio amoroso e vari colpi di scena, resi particolarmente frizzanti dalla coreografia originale del 1975 di Roland Petit. È uno dei balletti che più ha colpito la fantasia dei coreografi. Tra le più note, le versioni di Karl Telle, Paolo Taglioni e Marius Petipa.
Quali sono le caratteristiche di questa "Coppelia"?
«Lo stile di Roland Petit è inconfondibile, si riconosce subito la sua impronta nella coreografia ricca di ironia e narrazione, in cui ogni gesto ha un significato preciso. Il mio personaggio è ironico e si muove con molta leggerezza, facendo di tutto per attirare l'attenzione del suo amato Franz. Ci sono alcuni passi a due e degli assoli, per un'opera che a mio parere dovrebbe essere vista da chi si avvicina per la prima volta alla danza classica. Questa "Coppelia" è fresca, moderna, elegante, pur facendo parte a pieno titolo del repertorio del balletto classico è ben lontana dell'idea di opera pesante e cupa».
"Coppelia" è un balletto in due atti e tre scene ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann "Der Sandmann". La ripresa coreografica dello spettacolo che arriva a Trieste domani - e che è stata allestita dalla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma - è di Luigi Bonino, braccio destro di Roland Petit e unico autorizzato, dopo la morte del maestro nel 2011, a riprodurre le sue opere.
Il balletto andrà in scena con il Corpo di Ballo della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, (il Maitre de Ballet è Lienz Chang), l'accompagnamento musicale dell'orchestra del teatro lirico triestino diretto da Alvise Casellati, le scene e i costumi di Ezio Frigerio.
A vestire i panni di Franz ci sarà Alessandro Macario, primo ballerino del San Carlo di Napoli, compagno in scena e nella vita di Anbeta. «Ci siamo conosciuti ballando e ci troviamo ancora spesso in scena insieme», dice Anbeta Toromani. I due ballerini sono stati recentemente anche i protagonisti del balletto "Giselle".
Cosa vuol dire dividere la scena con il proprio compagno?
«Alle volte questo crea dei problemi, perché bisogna imparare a gestire la troppa conoscenza con il partner nella vita, che può essere destabilizzante. Bisogna controllare un atteggiamento troppo confidenziale. Per contro, ci sono anche dei vantaggi, come una grande sintonia ed armonia».
Dalla popolarità di "Amici" al palcoscenico di un teatro: come cambia il pubblico?
«Spero che a seguirmi in teatro ci sia anche parte del pubblico che mi ha conosciuto in televisione, altrimenti il mio lavoro quasi decennale nel talent show sarebbe stato inutile. La danza classica in Italia rimane comunque ancora molto settoriale, nonostante la massiccia presenza di scuole di danza. Solo gli allievi di tutte le scuole di danza potrebbero riempire i teatri e costituire il principale pubblico dei balletti. Ma non sempre chi studia danza ha la curiosità di seguirla in tutte le sue forme».
Dopo la popolarità televisiva, i successi in teatro e l'attività di insegnamento, quali obiettivi ancora si prefigge?
«So che 37 anni per una ballerina cominciano ad essere troppi: io mi sento bene e mi sento matura per l'interpretazione di diversi ruoli. Mi piacerebbe poter continuare ad insegnare, perché amo trasmettere la passione per la danza».
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