Alle origini del folk con strumenti e suonatori del Friuli

In lingua friulana sta per "Suonate ancora", esortazione lanciata ai suonatori dai ballerini per incitarli a continuare prima di dover rifare il biglietto per il ballo successivo. Tutta la storia della musica tradizionale del Friuli è racchiusa nelle 258 pagine che compongono il libro “Lungje po’! Strumenti e suonatori tra mito e musica” (Folkest libri, euro 20), saggio firmato da Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest. «Un titolo - spiega l'autore - scelto come augurio rivolto al presente e al futuro della musica popolare della regione nord-orientale». In attesa della 42esima edizione del festival, che si terrà dal 17 settembre al 5 ottobre, da questo mese si potranno ascoltare in streaming le registrazioni dei concerti tenuti a luglio tra Capodistria e 27 comuni regionali. Nel frattempo, Folkest ha pubblicato un volume che permette di saperne di più sulla musica tradizionale friulana. «Un'opera - scrive nella presentazione Angelo Floramo - che mancava nel panorama dei saggi tematici», e «un bel libro che attribuire solamente al campo dell'etnomusicologia parrebbe riduttivo per le suggestioni che è capace di veicolare anche al più vasto pubblico dei curiosi e degli appassionati».
A corredo, più di 150 fotografie in bianco e nero per raccontare anche attraverso le immagini - oltre che con i 21 brani contenuti nel cd allegato con musiche originali di orchestrine popolari - la storia della musica folk friulana. Attraverso venti spartiti e partendo dall'Arboscello, ballo friulano del 1578, si arriva fino al Folk revival, dai Canzonieri a La Sedon Salvadie; da Lino Straulino a Loris Vescovo, Franco Giordani ed Elsa Martin, solo per citare tre autori che hanno ottenuto importanti riscontri nazionali. Dalla ricerca emerge che, a parte alcuni balli arcaici ancora parzialmente in uso in alcune aree, la maggior parte del repertorio praticato dai suonatori più anziani era formato da Polke, Valzer e Stajare con qualche più rara Mazurka, Manfrina o Scottish. Il volume prosegue con la presentazione delle famiglie di strumenti presenti nella tradizione popolare friulana: dalla fisarmonica al violino, dalla chitarra al liròn fino alla Bandella di tipo alpino, composta da strumenti a fiato e fisarmonica. «In questo libro - spiega il ricercatore, giornalista e musicista - ho cercato di raccogliere una serie d’istantanee di un ambito affascinante quanto sfuggente, ossia la cultura popolare sotto il profilo musicale in Friuli, cercando di tener presente che l'incomprensione del presente nasce dall’ignoranza del passato, come sostiene Marc Bloch». Il testo, suddiviso in 27 capitoli, che parte da una premessa storica: «Il Friuli è una terra da sempre destinata alla contaminazione culturale per la sua stessa posizione geografica, crocevia tra mondi diversi, come quello latino, slavo e tedesco». —
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