All’asta da Bolaffi i cimeli di Kubrick c’è anche il cappello di Barry Lindon

TORINO. Per quasi 30 anni Emilio D'Alessandro è stato autista, assistente, amico e confidente di uno dei geni del XX secolo, il regista Stanley Kubrick. Da lui ha ricevuto in dono, oltre a un...

TORINO. Per quasi 30 anni Emilio D'Alessandro è stato autista, assistente, amico e confidente di uno dei geni del XX secolo, il regista Stanley Kubrick. Da lui ha ricevuto in dono, oltre a un rapporto di stima e affetto, anche una quantità di oggetti provenienti dal set, mobili, costumi di scena, locandine, un frammento di pellicola, messaggi autografi: cimeli del grande regista che andranno all'incanto a Torino il 27 marzo, da Aste Bolaffi. A quasi 80 anni Emilio, con la moglie Janette, ha deciso di «lasciare andare», non senza fatica, questi ricordi di una vita a chi «li potrà apprezzare e ne potrà godere»., ha spiegato nel corso della presentazione della raccolta a Milano. A 19 anni dalla scomparsa del regista, morto il 7 marzo 1999, Aste Bolaffi annuncia quindi la vendita della più importante raccolta di memorabilia della sua vita e della sua opera mai offerta in asta. Con una rarità: un lungo frammento di pellicola di Shining (base d'asta 3 mila euro) donato a Emilio D'Alessandro da Kubrick, che era celebre per fare bruciare tutte le parti avanzate di pellicola una volta terminato il montaggio, per paura che altri copiassero la sua arte. Tra gli abiti di scena c'è l'iconico giubbotto in velluto bordeaux indossato da Jack Nicholson - Jack Torrance in Shining (base 10 mila euro), il cappello di Barry Lindon (1000 euro) e quello dello spietato sergente Hartman di Full Metal Jacket (3 mila euro). Dall'ultimo capolavoro di Kubrick, Eyes Wide Shut, proviene il ciak originale (5 mila euro), lo stendardo del Caffè da Emilio, gestito nel film da un personaggio interpretato proprio da Emilio D'Alessandro a cui il regista ha voluto dedicare un cameo. Poi il cappotto e l'orologio indossati da Tom Cruise nella pellicola (entrambi 3 mila euro). «A Stanley dispiaceva buttare gli oggetti che aveva utilizzato per i film - ha raccontato D'Alessandro - così li portava a casa o li regalava ai collaboratori. Quando ha finito di girare Shining mi ha chiesto se volevo i tappetti della Colorado Lounge dell'Overlook Hotel, io ho chiesto a mia moglie e li abbiamo messi in casa».

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