Alicia Gimenez-Bartlett a Genova con la Cortellesi sul set di “Petra”

PETRA - Backstage con Maria Sole Tognazzi (Credit photo: Luisa Carcavale)
PETRA - Backstage con Maria Sole Tognazzi (Credit photo: Luisa Carcavale)

GENOVA. «Sto scrivendo la biografia di Petra: non ci saranno casi polizieschi, né cadaveri, né delitti, ma i lettori potranno finalmente sapere qualcosa di più del suo passato, della sua famiglia, dei suoi studi, dei suoi mariti». Frangetta e caschetto, sorriso accattivante, la scrittrice spagnola Alicia Gimenez-Bartlett è a Genova, dove si gira 'Petra’, una produzione Sky con Cattleya e Bartlebyfilm, e in una pausa delle riprese prova a raccontare come immagina il futuro della sua ispettrice, alla quale si ispira la serie interpretata da Paola Cortellesi e diretta da Maria Sole Tognazzi, in onda prossimamente su Sky Cinema. «La nuova storia uscirà non prima di un anno, un anno e mezzo», spiega la Bartlett, che non esclude che il libro possa essere pubblicato prima in Italia e poi in Spagna: «È già accaduto qualche anno fa, con “Gli onori di casa”, che era ambientato a Roma. Una conferma del rapporto speciale che l'autrice - tradotta in 14 Paesi - ha con l’Italia, dove l'epopea di Petra Delicado (Sellerio), ha venduto oltre un milione e mezzo di copie.

Con la sua ispettrice, Gimenez-Bartlett ha tanti aspetti in comune: «È tosta, indipendente, decisa, forte e delicata insieme, come dice il suo nome. Ci assomigliamo soprattutto per il modo di vedere il mondo e per l'ironia», sorride la scrittrice. «Genova mi fa pensare a Barcellona, con l'articolazione sociale precisa dei suoi quartieri, la netta separazione tra il mondo più umile, vicino al mare, e le abitazioni dei ricchi nella parte alta», sottolinea. Quanto alla sua 'eroina’, «non è né spagnola né italiana, se usciamo dai luoghi comuni che vogliono le spagnole donne passionali per eccellenza e le italiane 'mamme assolute’, stereotipi che trovo abominevoli. Petra è semplicemente una donna di oggi, e quindi può essere considerata internazionale». Nella sceneggiatura non è intervenuta: «Scrivere un romanzo è arte, e così fare cinema o tv. Si tratta di linguaggi diversi che non posso controllare e poi ci sono tanti giovani sceneggiatori che sanno fare benissimo il loro mestiere». Lunga vita, allora, all'ispettrice Delicado? «Sinceramente - conclude la Bartlett - non lo so. C'è stato un momento in cui mi sono fermata, mi sembrava di aver detto tutto quello che avevo da dire. Ora mi concentro sulla sua biografia: per me è come un'amica, voglio sapere qualcosa di più della sua vita». —



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