Al via “Health Humanities”, la medicina diventa narrativa

TRIESTE. Quando la letteratura e le scienze umanistiche entrano in corsia e fanno parte integrante delle cure. Si chiama “Medicina narrativa” - in inglese “Medical Humanities” o “Health Humanities” - ed è un campo di studi che punta a mettere in contatto le competenze mediche e le pratiche di cura con le prospettive offerte dalle discipline umanistiche. Se ne parlerà nel ciclo di incontri - aperti a tutti, ma che valgono anche come tirocinio formativo per gli studenti - organizzato dal dipartimento di Studi umanistici e da quello clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute dell'università di Trieste.
In programma dal 12 aprile al 17 maggio, gli incontri - che tratteranno filosofie, narrazioni e pratiche della cura - proporranno varie riflessioni che intrecciano l'ambito medico-sanitario a quello umanistico. Quello introduttivo, a cura dei direttori dei due dipartimenti, Elisabetta Vezzosi e Nicolò de Manzini, si terrà lunedì 12 aprile alle 17.30. Durante gli 11 incontri che si svolgeranno dalle 18 alle 20 sulla piattaforma Microsoft Teams e si concluderanno con una tavola rotonda finale, si affronteranno temi quali “Filosofie e pratiche della medicina a confronto: dialoghi”, “Vulnerabilità e cura”, “Pratiche narrative della cura” e “Narrazioni e linguaggi”.
«"Obiettivo del ciclo - spiega Sergia Adamo, docente di Teoria della letteratura e Letterature comparate - mettere attorno a un tavolo medici, operatori sanitari, filosofi, scrittori e giornalisti e farli dialogare attorno al tema più cruciale di questo periodo: la cura, vista come insieme di pratiche sì di ordine tecnico, ma che richiedono anche sensibilità umana e capacità di dialogo per dare dignità ai pazienti come persone».
Punti cardine per una riflessione sui concetti di “salute”, “malattia”, “cura” ed “empatia” saranno la valorizzazione dell'autonomia della persona e l'attenzione al valore e alla singolarità del paziente. «Chi intende diventare un professionista in ambito sanitario - prosegue la docente - sente sempre più il bisogno di avere non solo una conoscenza tecnica, ma pure una cultura umanistica, mentre chi studia letteratura, storia o filosofia ha bisogno di capire come le proprie conoscenze e competenze possano essere messe a frutto. Ma il ciclo si rivolge anche a un pubblico interessato a capire in che modo la medicina possa essere non solo una questione di tecniche, ma anche di ascolto, dialogo, narrazioni reciproche. E la letteratura ha sempre saputo raccontare storie di malattia, cura e guarigione. Abbiamo bisogno di storie e narrazioni complesse per capire il nostro posto nel mondo e per dare senso alle nostre vite: parleremo di grandi classici come Lev Tolstoj, premi Nobel quali John Maxwell Coetzee o autori come Oliver Sachs, che ha saputo fare del caso clinico una narrazione appassionante».
Tra i relatori, il coordinatore della Laurea magistrale in Filosofia Trieste-Udine, Fulvio Longato, il presidente della Commissione di Bioetica della Regione Toscana, Alfredo Zuppiroli e la giornalista Geraldina Fiechter, «iniziatori della medicina narrativa in Italia».
Il cardiologo e docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare, Gianfranco Sinagra, toccherà infine i temi della pratica della medicina «come esercizio di conoscenze e competenze, ma anche come sostenibilità e relazionalità nel rapporto con il paziente, la famiglia, i colleghi, i sistemi, trovando spazio per l'incontro, l'ascolto e l'empatia».
Programma completo, informazioni e modalità per i riconoscimenti su https://moodle2.units.it/course/view.php?id=7458.
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