Al Rossetti “Hamlet” del Globe e un’inedita Reggio senza veli
TRIESTE. Il never ending tour di Amleto che tocca Trieste. E un’inedita Ariella Reggio in versione nude look da calendario. I primi assaggi, e neanche centellinati, della nuova stagione del Politeama Rossetti sono fatti apposta per ingolosire gli spettatori, in attesa del programma completo.
Piazza Unità, intanto, è stata già inserita sul sito del “Globe Theatre” di Londra, tra la data di San Marino e quella di Lubiana, nella mappa delle rappresentazioni dell’Amleto patrimonio dell’umanità. Una tournée mondiale di due anni, che inizia e finisce con le date della vita di Shakespeare: è partita il 23 aprile 2014 proprio dal “Globe”, nel 450° anniversario della nascita del Bardo e si concluderà il 23 aprile 2016 sullo stesso palcoscenico, nel 400° anno della morte, dopo aver toccato 205 Paesi (attualmente, attraversati Laos, Vietnam e Cambogia, la compagnia è in Thailandia), con un’unica rappresentazione per ciascuno.
Ieri l’annuncio è stato dato con grande soddisfazione dal presidente dello Stabile regionale, Miloš Budin e dal direttore Franco Però, col direttore organizzativo Stefano Curti: per l’Italia è stato scelto il Politeama Rossetti di Trieste, che il 16 aprile del prossimo anno ospiterà questa produzione in lingua originale, diretta dal responsabile artistico del “Globe” Dominic Droomgole e da Bill Buckhurst.
Un “Hamlet” non mastodontico, perchè pensato per adattarsi ovunque, dalle rovine maya di Copàn in Honduras, a Tromsø oltre il Circolo polare artico, dall’Assemblea dell’Onu al Castello di Praga, non grande ma di grande valore ideale, un Amleto che unisce nel segno dell’arte, portato da un capo all’altro del mondo da due cast di otto “viaggiattori”.
Diciotto i titoli annunciati in anteprima del nuovo cartellone, il primo firmato da Però al via in ottobre, mentre si lavora a pieno ritmo per il debutto, domenica a Mittelfest, di “Scandalo” di Arthur Schnitzler, la produzione del Rossetti con Stefania Rocca e Franco Castellano, accanto all’esordiente Compagnia Stabile del teatro voluta dalla riforma ministeriale.
Da “Rosso venerdì” del drammaturgo trentino Roberto Cavosi, già andato in scena al festival di Asti, a “La cena” dell’ungherese Ferenc Molnàr (l’autore de “I ragazzi della via Pal”), entrambe produzioni dello Stabile del Fvg dirette da Igor Pison e Fausto Paravidino, Però ha tracciato una “geografia” fisica che spiega insieme le scelte artistiche: guardare ai territori e alle culture da una parte all’altra di Trieste, creando collaborazioni, scambi, messinscene. E impegnare la compagnia stabile sul materiale contemporaneo, com’è dimostrato da un altro titolo in cartellone, “Tre alberghi” dell’americano Jon Robin Baitz, con Francesco Migliaccio e Maria Grazia Plos diretti da Serena Sinigaglia.
Veniamo alle novità. Testi non in lingua italiana e con sovratitoli, oltre all’Hamlet, ci saranno “Autodiffamazione” di Peter Handke, in tedesco e in collaborazione col Goethe Institut, e “Il mercante di Venezia” nell’edizione slovena del SNG Drama di Lubiana, per la regia di Eduard Miler, direttore dello Stabile sloveno di Trieste, da cui lo spettacolo viene “dirottato”. Il direttore Però ha infatti sottolineato la volontà di interscambio, di “dinamicità” tra i pubblici dei diversi spazi: in cambio, allo Sloveno di via Petronio, il Rossetti trasferirà “Quai Quest-Approdo di ponente” di Koltès, produzione dello Stabile Metastasio di Prato.
Dei circa sedici titoli di prosa del cartellone, sono stati annunciati “Porcile” di Pasolini, già applaudito a Spoleto e coprodotto dal nostro Stabile col Metastasio per la regia di Valerio Binasco, “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino, diretto e interpretato da una Iaia Forte en travesti, nei panni di un cantante napoletano all’apice del successo nella New York anni Cinquanta, e “Molière: la recita di Versailles” con Paolo Rossi, che riscrive questa rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti con altre due grandi firme della scena italiana, Stefano Massini e Giampiero Solari.
I fan di Ariella Reggio non resteranno delusi: ritorna al Rossetti, in compagnia di Angela Finocchiaro e Laura Curino, e pure senza veli in “Calendar girl”, dall’omonimo film del 2003: storia di un gruppo di signore agée dello Yorkshire che, per beneficenza, accettano di comparire nude su un calendario mentre svolgono le normali attività domestiche e raccolgono un milione di sterline.
Musical e danza, ancora, e per il teatro-canzone la riproposta di “Magazzino 18” di Cristicchi. Disseminati in un cartellone che - hanno tenuto a ricordare i responsabili dello Stabile - punta a equilibrare e alternare numero di rappresentazioni e generi, “correzione di rotta” rispetto al passato. In arrivo il celebrato “Billy Elliot” con le musiche di Elton John per la regia di Massimo Romeo Piparo e gran ritorno, dopo sei anni, dello spettacolo dei record di spettatori e d’incassi, “Mamma Mia!”, dal 9 dicembre nella produzione del West End, unica tappa italiana dopo Milano. Nel cartellone danza (che il ministero ha premiato, raddoppiando il contributo concesso: 53mila euro), l’over-settanta Lindsay Kemp emozionerà con le sue “Invenzioni e reincarnazioni”.
Onestà, realismo e concretezza. Questi fattori - ha rilevato Budin - hanno premiato lo Stabile regionale nella scelta di puntare al riconoscimento di “Tric”, teatro di rilevante interesse culturale, secondo solo all’omologo di Genova. C’è la soddisfazione morale del settimo posto assoluto in Italia (davanti anche a enti che hanno spuntato la qualifica di “nazionali”), ma soprattutto l’incremento dei fondi ministeriali. Questo è il vero Tric: più 23,9%, che, tradotto in soldi, significa quasi duecentosessantamila euro in più.
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