Al Puppet apre il “Circus” di Jordi Bertran
Oggi a Grado lo spettacolo di marionette ispirato a Charlot. E domani è di scena “L’atlante delle città” di Panzuto

GRADO. È l’omaggio a un genio quale Charlie Chaplin (e al suo Charlot) da parte di un maestro del marionettismo mondiale quale il catalano Jordi Bertran. Che, ospite più atteso del Puppet Festival 2017, in programma fino al 26 agosto per iniziativa del Cta, si esibirà oggi, alle 21, nella Diga Nazario Sauro di Grado per “Circus”, spettacolo di clownerie in cui Bertran sarà alle prese con marionette ispirate ai personaggi del grande cineasta.
E “Circus” costituisce uno dei cavalli di battaglia dell’artista catalano che nel 2017 celebra i suoi primi quarant’anni di attività. Pur essendo il più prestigioso della giornata odierna (e dell’intero festival), quello con Bertran non è tuttavia l’unico appuntamento in programma oggi al Puppet. Infatti alle 19 in Calle Tognon ci sarà il “Racconto d’estate” (del Teatro Medico Ipnotico) con il burattinaio Patrizio Dall’Argine che ci porterà a conoscere i figli di celebri burattini, dall’emiliano Sandrone al francese Guignol, costretti a trascorrere l’estate in città con altri amici, giocando sotto a un ponte
E un altro atteso appuntamento della kermesse è quello di domani quando, alle 19 e alle 21, all’Auditorium Biagio Marin, sempre a Grado, Antonio Panzuto è stato invitato a proporre “L’atlante delle città”. «Sono addirittura vent’anni che lo porto in giro ma spesso mi viene ancora richiesto, per cui lo continuo a fare - racconta Panzuto -. È ispirato a “Le città invisibili” di Italo Calvino. Racconta dell’incontro di Marco Polo con l’Oriente e della grande fascinazione per la vita delle città che lui incontra». «Marco Polo - continua Panzuto - diventa un aviatore che atterra in maniera scomposta con il suo aereo in mezzo al deserto. E lo spettacolo si svolge sotto una tenda in cui il pubblico viene raccolto. Il tutto ha inizio con il rumore roboante dell’aereo dal quale vien fuori un personaggio buffo con il cappello da aviatore. Pieno di polvere, si toglie la giacca e si accorge che attorno a lui c’è un pubblico. Comincia quindi un racconto un po’ strano, perché il protagonista parla in rima, e mentre racconta smonta l’aereo da cui è uscito: l’aereo si divide in piccole componenti ma non si tratta di macchine troppo complesse; per fare un riferimento sono le “Macchine inutili” di Bruno Munari perché hanno questo senso un po’ ironico dell’oggetto-macchina ma non ci sono motori, che invece ho inserito in altri spettacoli come l’”Odissea”, che a suo tempo ho fatto a Trieste, e come “Le mille e una notte”».
Oltre a guardarne lo spettacolo, sarà interessante anche conoscere la figura di Antonio Panzuto: pittore, scenografo, scultore. «Il mio lavoro è principalmente legato alla scenografia - racconta l’artista -. Ha sempre un forte legame con la scena, con gli oggetti, con i materiali che uso. E poi come scenografo lavoro anche nella prosa: con lo Stabile del Veneto, a Roma, a Trieste. Ad esempio, lavoro con Franco Però: l’anno scorso era nella commissione che mi ha dato il premio “Le maschere del teatro italiano” quale miglior scenografo. Ma tutto è nato dalla mia passione per la pittura, che sono stato spinto a rendere più “scenica”: in fondo, le mie scenografie sono basate su immagini. Insomma, non si tratta di scenografie decorative».
Curiosità e attesa ci sono anche per gli altri appuntamenti di domani: alle 17.30, alla spiaggia principale Git (Velarium) “La bella Fiordaliso e la strega Tirovino” di Alberto De Bastiani; alle 22 a Calle Tognon e al Campo Patriarca Elia “Flash Art”, l’evento a conclusione dei laboratori curati da Suomi Vinzi.
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