Al “Gambero” si mangia in pescheria

Nuova proposta a Trieste dove si gusta il prodotto fresco cotto e mangiato
Una pescheria con uso di cucina o una cucina con uso di pescheria? In realtà entrambe le cose, ed è un bel partire. Perchè, in locali come questo, che stanno diventando ormai di moda, non si può di certo mettere in discussione la freschezza della materia prima, che esce dal banco e vi atterra in piatto. Se poi, come ha fatto il titolare Dario Amato, vi dotate anche di un cuoco vero (nella fattispecie Alessio Cazzador, arrivato alla Maddalena direttamente dal “Bagatto”, e scusate se è poco...) ecco che il salto di qualità è compiuto, e giustifica appieno quella quindicina di coperti che è riuscito a rimediare in un ambiente non grandissimo ma neanche microscopico.


Sulla tipologia, ovvio, non si può sbagliare, è pesce all’ennesima potenza. Ma la presenza della cucina garantisce anche la possibilità di usufruire di piatti caldi e magari ricercati che in altri contesti risultano impossibili. Via libera, dunque, a un profluvio di “sfilettati” (tartara di tonno con avocado e carpaccio di ricciola su tutti), di “fingerfood” accattivanti come la sarde alla beccafico, gli involtini di peperoni, caprino, pistacchio e acciuga e le splendide polpettine di branzino ma anche a piccole incursioni nel “cotto” che, nel caso nostro, hanno visto nei fusi istriani (targati Barone) con pesce spada, ricotta e melanzane un piatto da mandare a memoria.


In una gestione tipicamente familiare (oltre a Dario al “Gambero” sono impegnate anche moglie e figlia, Elisabetta e Virginia) il peso del quotidiano si avverte anche meno, e si traduce in ampi sorrisi e gentilezza aggiunta, ed è forse per questo che il posto sta conoscendo un crescente gradimento, risultando oltre a tutto inserito in una zona non battutissima dalla ristorazione tradizionale.


Qui si mangia o si compra, ma non solo il pesce. L’ampio banco vi introduce da subito, infatti, al mondo della gastronomia da asporto. Un’offerta decisamente gourmet, che esce dai soliti schemi per proporvi “vaschette” con cui stupire gli ospiti a cena o, volendo bluffare, far finta di essere dei cuochi da “contest”... Infine, pigrizia per pigrizia, esiste anche il servizio a domicilio che non vi costringe a uscire da casa.


Sorpresa, anzi, sorpresona finale una vetrina di bollicine, champagne compresi, che farebbe impallidire più di qualche ristoratore tradizionale.


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