Al cimitero di Sant’Anna nacque la storia tra il signor Malalan e Betty
TRIESTE Il signor Malalan è un grande lettore. Lo è sempre stato, anche se quand’era piccolo viveva in una casa tappezzata da carta da parati, vademecum e quotidiani, tra cui spiccava il Piccolo. Niente di più lontano dalla narrativa in senso stretto! Romanzi, novelle e racconti erano fuori dalla sua portata. Mamma Ucia e papà Gigi leggevano esclusivamente l’oroscopo, i necrologi, i manuali di istruzioni per l’uso degli elettrodomestici e nei giorni di festa, il menù del buffet all’angolo “Da Toio. No posso ma voio”. A volte, per incrementare le entrate economiche del nucleo familiare, Ucia leggeva anche la mano ai condomini del terzo piano e quando Gigi non la vedeva, invece, leggeva gli annunci della rubrica “Come trovar un mauco col pandolo sempre infoià”. Pure lei era una grande lettrice.
D’altra parte, essere un grande lettore non significa divorare saghe letterarie come Harry Potter, Il signore degli anelli o Sandokan, ma semplicemente leggere molto, oppure sembrare sufficientemente grande da poter essere definito tale.
Comunque, all’epoca il signor Malalan era affascinato da qualcosa di diverso rispetto a ciò che gli offrivano i genitori accumulando quotidiani e manuali d’uso in ogni angolo dell’abitazione. La casa del signor Malalan era una specie di refugium peccatorum per tutto quello che sarebbe dovuto finire nel bidone della raccolta differenziata della carta. Somigliava all’archivio di una banca del seme preso d’assalto da madri insoddisfatte e non rimborsate.
Tra le mensole del soggiorno, i portafrutta, le sedie, il divano… c’erano montagne di carta stampata. In bagno, invece, dominavano alte pile di giornali, i totem della vacuità. Vere e proprie opere d’arte contemporanea.
Il signor Malalan, però, come accennato, era attratto da un altro tipo di lettura. Aveva iniziato in tenera età con la lettura dei contatori di luce e gas, mettendo a rischio il candore della sua fedina penale - se solo avesse compreso il significato di quei numeri che scorrevano veloci e incontestabili come un farmaco in vena, sicuramente, avrebbe manomesso la caldaia e truccato i contatori. Poi si era dedicato alla lettura dei segnali stradali, ai fondi di caffè, alle etichette del cibo in scatola e a quelle degli abiti. Durante l’adolescenza si era appassionato alle “liriche” incise sulle pareti dei bagni, ai sondaggi demoscopici su “bigoli, pandoli e altri amuleti” e agli aforismi sull’amore. Aveva addirittura iniziato a leggere nella mente delle ragazze, “scopo”… amicizia ed eventuali sviluppi.
Va anche detto che il signor Malalan, seppur avvicinatosi alla narrativa solo in età adulta e in costanza di espletamento delle funzioni fisiologiche, ha recuperato presto le carenze più imbarazzanti. Da una parte, infatti, la stitichezza lo costringe, tutt’oggi, a lunghe sedute sul water, dall’altra legge veloce e dall’altra parte ancora, quella che molti intuiscono, ma pochi riescono ad ammettere, è un accumulatore seriale. Pregio di famiglia!
Il bagno del signor Malalan è una specie di discarica, a cielo coperto, di libri gialli, neri, rosa e rossi, cioè erotici… per arrivare a quelli grigi e maleodoranti, cioè tossici e pericolosi. Tra questi ci sono i libri vicino allo scopino del wc, quelli sotto la mensola dei detersivi, spruzzati di candeggina o altri disinfettanti germicidi e quelli ereditati dalla florida Elisabetta Bombacigno, chiamata affettuosamente Betty Boop - come il personaggio immaginario del cartone animato degli anni Trenta, per l’assonanza del nome, e basta.
Il signor Malalan ha sempre simpatizzato per le donne procaci quali, per esempio, Berta Cossi, la venderigola più fotografata del rione di San Giacomo, insieme ai suoi “meloni”; Vesna Crivicich la giovane badante croata dalle forme bovine che il postino Toncele, precocemente e intenzionalmente invecchiato, assunse 24h su 24h in occasione del suo cinquantesimo compleanno, oppure Titti Vamp. Quest’ultima era la modella apparsa d’improvviso, come un angelo in intimo extra large, sul manifesto pubblicitario sopra la galleria di piazza Foraggi a illuminare il lugubre tunnel che correva proprio tra le sue gambe, misericordiosamente sempre aperte.
Una volta cresciuto, il signor Malalan ha individuato in modo preciso le tre caratteristiche fisiche, imprescindibili, della sua signora Malalan ideale: bionda, prosperosa e prosperosa… Proprio come Betty. Quelle psicologiche, invece, sono ancora avvolte in un magma viscoso. Il signor Malalan sperava di riuscire a percepirle una volta conclusa la lettura dell’enciclopedia in cui si era imbattuto grufolando nella mente delle donne.
Da tempo, però, è fermo alla lettera “N” di niente, dopo aver tergiversato per anni sulla “C” di capezzoli e sulla “G” di punto G. Il “niente” ha schiuso un mondo nel quale continua a perdersi… altro che “Il giro del mondo in ottanta giorni”. La sua avventura nella psiche femminile dura da decenni!
Ad ogni modo, il primo approccio con Betty avvenne al cimitero di Sant’Anna. Location grottesca, ma non così insolita per questo tipo di incontri. D’altronde, passato il tempo delle discoteche, della movida notturna e delle illusioni, i luoghi più popolari dove trovare l’eventuale l’anima gemella sono, senza dubbio, le file davanti al banco gastronomia dei supermercati, quelle agli sportelli Cup, i buffet gratuiti che seguono ai vernissage e i funerali. Qui la probabilità di successo sfiora, addirittura, la certezza.
Suggestionate dal cattivo alito dell’aldilà, infatti, le potenziali anime gemelle hanno regolarmente la guardia abbassata, così come l’asticella delle aspettative e lo sguardo, il che le rende facili prede. Tuttavia, il signor Malalan ha appurato che per attirare l’interesse di tali creature e prima ancora, per entrare nel loro campo visivo, è necessario ricorrere a un piccolo stratagemma: spostare il proprio baricentro corporeo, lasciando che la forza di gravità abbia la meglio. Va benissimo simulare un malore, fingere di cercare qualcosa a terra, ovvero, puntare sulle scarpe.
Presentarsi al cospetto del defunto con un bel paio di scarpe è fondamentale… le conseguenze, potrebbero essere sorprendent. Seppur l’abito non faccia il monaco, per fortuna nemmeno un bel paio di scarpe lo fa, escludendo così a priori una rivalità sleale con il sacerdote. Resta inteso, ovviamente, che per aizzare le creature mogie, oltre alle stringate Oxford, sortiscono un buon effetto anche le ciabatte e le espadrillas.
Quel giorno il signor Malalan indossava delle vecchie scarpe da ginnastica con i lacci color giallo fluo che Elisabetta Bombacigno notò immediatamente tra i tanti mocassini neri. Fu allora, infatti, che alzò lo sguardo, affilato come una lama per sashimi, trafiggendo il signor Malalan con un’occhiata lasciva, dopo aver indugiato a lungo all’altezza del suo “cavallo di battaglia”. A sua volta, il signor Malalan, imbizzarrito dal desiderio di essere cavalcato, trafisse Betty ai timpani con un nitrito da stallone vorace e pur trovandosi, in maniera del tutto casuale, nel mezzo della cerimonia in onore di Claudio Furlan, detto Caio Pedocio per i modi ruvidi, decise di partecipare alla sua messa. “La scorciatoia del cimitero verso il pub di via Costalunga” dove lo aspettava un amico, diventò l’incipit della storia d’amore tra il signor Malalan e Betty, oltre al titolo di un racconto che vinse il premio “Bancarela” di Campanelle.
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