Al cimitero di Sant’Anna nacque la storia tra il signor Malalan e Betty

Tutto sembrava procedere nella giusta direzione per suggellare con fiducia quel sentimento nato sulle ceneri di una relazione extraconiugale
Gianluca Chicconi interpreta la storia di oggi
Gianluca Chicconi interpreta la storia di oggi

TRIESTE Il signor Malalan è un grande lettore. Lo è sempre stato, anche se quand’era piccolo viveva in una casa tappezzata da carta da parati, vademecum e quotidiani, tra cui spiccava il Piccolo. Niente di più lontano dalla narrativa in senso stretto! Romanzi, novelle e racconti erano fuori dalla sua portata. Mamma Ucia e papà Gigi leggevano esclusivamente l’oroscopo, i necrologi, i manuali di istruzioni per l’uso degli elettrodomestici e nei giorni di festa, il menù del buffet all’angolo “Da Toio. No posso ma voio”. A volte, per incrementare le entrate economiche del nucleo familiare, Ucia leggeva anche la mano ai condomini del terzo piano e quando Gigi non la vedeva, invece, leggeva gli annunci della rubrica “Come trovar un mauco col pandolo sempre infoià”. Pure lei era una grande lettrice.

Nel regno dell’orso basta una chat per annullare il confine


D’altra parte, essere un grande lettore non significa divorare saghe letterarie come Harry Potter, Il signore degli anelli o Sandokan, ma semplicemente leggere molto, oppure sembrare sufficientemente grande da poter essere definito tale.

E dal quaderno degli appunti all’improvviso scivolò fuori una vecchia polaroid del ’75


Comunque, all’epoca il signor Malalan era affascinato da qualcosa di diverso rispetto a ciò che gli offrivano i genitori accumulando quotidiani e manuali d’uso in ogni angolo dell’abitazione. La casa del signor Malalan era una specie di refugium peccatorum per tutto quello che sarebbe dovuto finire nel bidone della raccolta differenziata della carta. Somigliava all’archivio di una banca del seme preso d’assalto da madri insoddisfatte e non rimborsate.

Tra le mensole del soggiorno, i portafrutta, le sedie, il divano… c’erano montagne di carta stampata. In bagno, invece, dominavano alte pile di giornali, i totem della vacuità. Vere e proprie opere d’arte contemporanea.

E allo stadio Grezar si gioca la partita del sesso da Leopardi a Rocco Siffredi
La storia interpretata da Gianluca Chicconi


Il signor Malalan, però, come accennato, era attratto da un altro tipo di lettura. Aveva iniziato in tenera età con la lettura dei contatori di luce e gas, mettendo a rischio il candore della sua fedina penale - se solo avesse compreso il significato di quei numeri che scorrevano veloci e incontestabili come un farmaco in vena, sicuramente, avrebbe manomesso la caldaia e truccato i contatori. Poi si era dedicato alla lettura dei segnali stradali, ai fondi di caffè, alle etichette del cibo in scatola e a quelle degli abiti. Durante l’adolescenza si era appassionato alle “liriche” incise sulle pareti dei bagni, ai sondaggi demoscopici su “bigoli, pandoli e altri amuleti” e agli aforismi sull’amore. Aveva addirittura iniziato a leggere nella mente delle ragazze, “scopo”… amicizia ed eventuali sviluppi.

La mail della moglie tradita è una vendetta postuma sul Viale dei Glicini
I protagonisti immaginati da Gianluca Chicconi


Va anche detto che il signor Malalan, seppur avvicinatosi alla narrativa solo in età adulta e in costanza di espletamento delle funzioni fisiologiche, ha recuperato presto le carenze più imbarazzanti. Da una parte, infatti, la stitichezza lo costringe, tutt’oggi, a lunghe sedute sul water, dall’altra legge veloce e dall’altra parte ancora, quella che molti intuiscono, ma pochi riescono ad ammettere, è un accumulatore seriale. Pregio di famiglia!

Il bagno del signor Malalan è una specie di discarica, a cielo coperto, di libri gialli, neri, rosa e rossi, cioè erotici… per arrivare a quelli grigi e maleodoranti, cioè tossici e pericolosi. Tra questi ci sono i libri vicino allo scopino del wc, quelli sotto la mensola dei detersivi, spruzzati di candeggina o altri disinfettanti germicidi e quelli ereditati dalla florida Elisabetta Bombacigno, chiamata affettuosamente Betty Boop - come il personaggio immaginario del cartone animato degli anni Trenta, per l’assonanza del nome, e basta.

Davide, il Ringo del Nebraska da cui la nonna mi ha insegnato a scappare
I protagonisti del racconti nei disegni di Gianluca Chicconi


Il signor Malalan ha sempre simpatizzato per le donne procaci quali, per esempio, Berta Cossi, la venderigola più fotografata del rione di San Giacomo, insieme ai suoi “meloni”; Vesna Crivicich la giovane badante croata dalle forme bovine che il postino Toncele, precocemente e intenzionalmente invecchiato, assunse 24h su 24h in occasione del suo cinquantesimo compleanno, oppure Titti Vamp. Quest’ultima era la modella apparsa d’improvviso, come un angelo in intimo extra large, sul manifesto pubblicitario sopra la galleria di piazza Foraggi a illuminare il lugubre tunnel che correva proprio tra le sue gambe, misericordiosamente sempre aperte.

Ho buttato via il Bignami del primo incontro e sono venuto a cercarti
I protagonisti immaginati da Gianluca Chicconi


Una volta cresciuto, il signor Malalan ha individuato in modo preciso le tre caratteristiche fisiche, imprescindibili, della sua signora Malalan ideale: bionda, prosperosa e prosperosa… Proprio come Betty. Quelle psicologiche, invece, sono ancora avvolte in un magma viscoso. Il signor Malalan sperava di riuscire a percepirle una volta conclusa la lettura dell’enciclopedia in cui si era imbattuto grufolando nella mente delle donne.

Da tempo, però, è fermo alla lettera “N” di niente, dopo aver tergiversato per anni sulla “C” di capezzoli e sulla “G” di punto G. Il “niente” ha schiuso un mondo nel quale continua a perdersi… altro che “Il giro del mondo in ottanta giorni”. La sua avventura nella psiche femminile dura da decenni!

Ad ogni modo, il primo approccio con Betty avvenne al cimitero di Sant’Anna. Location grottesca, ma non così insolita per questo tipo di incontri. D’altronde, passato il tempo delle discoteche, della movida notturna e delle illusioni, i luoghi più popolari dove trovare l’eventuale l’anima gemella sono, senza dubbio, le file davanti al banco gastronomia dei supermercati, quelle agli sportelli Cup, i buffet gratuiti che seguono ai vernissage e i funerali. Qui la probabilità di successo sfiora, addirittura, la certezza.

Suggestionate dal cattivo alito dell’aldilà, infatti, le potenziali anime gemelle hanno regolarmente la guardia abbassata, così come l’asticella delle aspettative e lo sguardo, il che le rende facili prede. Tuttavia, il signor Malalan ha appurato che per attirare l’interesse di tali creature e prima ancora, per entrare nel loro campo visivo, è necessario ricorrere a un piccolo stratagemma: spostare il proprio baricentro corporeo, lasciando che la forza di gravità abbia la meglio. Va benissimo simulare un malore, fingere di cercare qualcosa a terra, ovvero, puntare sulle scarpe.

Presentarsi al cospetto del defunto con un bel paio di scarpe è fondamentale… le conseguenze, potrebbero essere sorprendent. Seppur l’abito non faccia il monaco, per fortuna nemmeno un bel paio di scarpe lo fa, escludendo così a priori una rivalità sleale con il sacerdote. Resta inteso, ovviamente, che per aizzare le creature mogie, oltre alle stringate Oxford, sortiscono un buon effetto anche le ciabatte e le espadrillas.

Quel giorno il signor Malalan indossava delle vecchie scarpe da ginnastica con i lacci color giallo fluo che Elisabetta Bombacigno notò immediatamente tra i tanti mocassini neri. Fu allora, infatti, che alzò lo sguardo, affilato come una lama per sashimi, trafiggendo il signor Malalan con un’occhiata lasciva, dopo aver indugiato a lungo all’altezza del suo “cavallo di battaglia”. A sua volta, il signor Malalan, imbizzarrito dal desiderio di essere cavalcato, trafisse Betty ai timpani con un nitrito da stallone vorace e pur trovandosi, in maniera del tutto casuale, nel mezzo della cerimonia in onore di Claudio Furlan, detto Caio Pedocio per i modi ruvidi, decise di partecipare alla sua messa. “La scorciatoia del cimitero verso il pub di via Costalunga” dove lo aspettava un amico, diventò l’incipit della storia d’amore tra il signor Malalan e Betty, oltre al titolo di un racconto che vinse il premio “Bancarela” di Campanelle.

Betty, alta quanto la bara del defunto con la quale scattò un ultimo selfie prima della sepoltura, portava i capelli biondo platino, tinti cenere scuro per l’occasione. Indossava con disinvoltura la sfrontatezza tipica dell’amante lussuriosa rimasta senza, ma con la voglia ancora intatta ed era “florida” come lo stato degli Stati Uniti, un luogo perfetto per una vacanza on the road, tra remote bellezze naturali e temperature hot. Fu amore a prima vista.
Avvicinatosi al gruppetto piagnucolante, il signor Malalan notò un altro particolare curioso. Betty trascinava un carrello porta spesa dal quale spuntavano gambi di sedano, ciuffi d’ananas, finocchi, banane, carta igienica, disincrostante per il water e libri, decine di libri. Senza dubbio era una grande lettrice. Non solo, ma il signor Malalan era anche certo di aver letto nella mente della donna qualcosa tipo “mauco aitante in avvicinamento a ore tre!” e sulla copertina di un libro che spuntava tra i finocchi, il titolo “L’intestino felice”.
 
Grande lettrice e pure stitica… quello era il karma! Nella sua mente, invece, scorreva il solito copione… un calo di zuccheri alla vista delle banane, l’istinto primordiale di fare un viaggio nella “terra promessa” e la voglia di uno spritz morbido, classico epilogo di ogni lettura, mentale e non.
 
Su questa base fatta di carta stampata e sedute in ritirata, nacque una passione travolgente. La fiducia, il rispetto e la comprensione sarebbero arrivate con il tempo. D’altra parte, “La passione è come un’eclissi totale per un ippopotamo: eccita, confonde e disorienta. Quando finisce, ricomincia la lotta per la sopravvivenza” (signor Malalan).
 
Quel legame avrebbe potuto durare a lungo, se i due fossero stati vegani. Un pesce, forse lo spirito del Pedocio defunto, li tradì! Peccato. Betty possedeva chiaramente le tre caratteristiche fisiche agognate dal signor Malalan, era bionda, prosperosa e prosperosa e il signor Malalan possedeva ciò di cui Betty aveva bisogno in quel preciso momento, un fazzoletto pulito! 
 
Fatto sta che dopo aver chiacchierato amenamente del Pedocio defunto, della vedova -sosia perfetta di una scarpena de notolada- e poi, vista l’ora prossima al pranzo, di scampi alla busara, brodeto a la triestina e sardoni in savor, il signor Malalan e Betty decisero di abbandonare il rito funebre per dedicarsi a quello dell’”accoppiamento”. Lui propose baccalà in umido con un Friulano Doc, mentre lei rilanciò con una Malvasia istriana di Momjan. Alla fine optarono per una sperlunga di fritto misto e un litro de quel bon, trovandosi perfettamente d’accordo sull’”accoppiamento”. 
 
Tutto sembrava procedere nella giusta direzione, lontano da Sant’Anna. Il tempo, però, invece di arrivare con fiducia, rispetto e comprensione, a suggellare quell’amore nato sulle ceneri di una relazione extraconiugale, arrivò con una malattia che nell’arco di qualche giorno, portò Betty sotto terra e il signor Malalan ancora al cimitero. In fondo, a unirli era stata la somma di una serie di patologie: il disturbo da accumulo compulsivo di libri, la stitichezza e infine, la salmonellosi. Quest’ultima, in realtà, anziché unirli in eterno, nell’estremo selfie dov’erano abbracciati e sorridenti sulla tazza del water, li aveva divisi, per sempre, lasciando al signor Malalan un’eredità scomoda da gestire: i libri di Betty. Ammonticchiati in bagno con distrazione, avevano modificato pericolosamente l’altezza dei totem, facendoli diventare grattacieli sbilenchi. 
 
Comunque, l’epilogo di quella storia d’amore non fa eccezione alla regola aurea del “tutto finisce”, se non per il materiale con cui fu chiusa. Un epilogo, infatti, implica per definizione una chiusura, così come un funerale una bara e una bara un certo tipo di materiale. Il signor Malalan scelse l’argilla, elemento naturale per eccellenza: umido, modellabile, antisettico, energizzante e con un buon profumo, proprio come il corpo della sua Betty Boop. 
 
Questa volta il signor Malalan andò al cimitero preparato, al diavolo il karma! Si presentò alla cerimonia funebre calzando un paio di mocassini in pelle di vitello spazzolato con finitura lucida che catturarono, inevitabilmente, l’attenzione di tutte le donne presenti, tra le quali c’era anche la giunonica Olga Dostálová… bionda, prosperosa e prosperosa. Fu amore a prima vista, di nuovo! Certo, mancavano il carrello porta spesa, le banane, i libri e nel tentativo di leggere nella sua mente, il signor Malalan naufragò tra centinaia di pensieri in cirillico, dei quali riuscì a decifrare esclusivamente i segni di interpunzione. Quando, però, poco dopo, scoprì che l’oggetto delle riflessioni di Olga era, in prima battuta, capire dove fosse il bagno, poi l’uscita del cimitero e non, invece, il senso dell’esistenza, esultò, cogliendo al volo l’occasione per accompagnarla al di là dei cancelli -sperando che gli si spalancassero le porte del Paradiso. 
 
Anche questa volta, fiducia, rispetto e soprattutto comprensione sarebbero arrivate con il tempo… In realtà, alla soglia dei cancelli, i due compresero all’unisono, come se parlassero la stessa lingua, che stava per scatenarsi una tempesta d’acqua, ma compresero pure che quello era il momento irripetibile della passione. Il resto poteva aspettare.
 
D’altra parte, “La passione è come un’eclissi totale… Quando finisce, ricomincia la lotta per la sopravvivenza”. Dopo la “tempesta” il signor Malalan avrebbe acquistato un paio di scarpe da rimorchio fiammanti e Olga delle mutandine immacolate, creando così, daccapo, i presupposti per una nuova avventura. —

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