Addio Mary Higgins Clark regina della suspense scrisse 56 best seller

NEW YORK. I suoi 56 bestseller hanno venduto oltre cento milioni di copie soltanto negli Usa e 300 milioni in tutto il mondo. L'America dice addio a Mary Higgins Clark, la sua «regina della suspense», morta a 92 anni a Naples in Florida. La figlia Carol, giallista anche lei, ha confermato la scomparsa della madre con cui aveva collaborato scrivendo a quattro mani almeno cinque romanzi. La prolifica scrittrice aveva continuato a lavorare fino a pochi mesi fa e il suo ultimo libro, “Kiss the Girls and Make Them Cry”, era stato pubblicato a novembre da Simon and Schuster.
Mary aveva un segreto per agganciare i lettori e tenerli avvinghiati ai suoi volumi che arrivavano in libreria uno dopo l'altro. Creava storie che - aveva confidato nel 1997 in una intervista al «New York Times» - avrebbero fatto dire ai suoi fan: «Avrei potuto essere io. Avrebbe potuto essere mia figlia. Avrebbe potuto succedere a noi».
La Higgins Clark aveva avuto una vita segnata da una serie di tragedie: a 11 anni le morì il padre e a 15 anni dovette andare a lavorare per aiutare a mantenere la famiglia; sposata a Warren Clark, del Bronx come lei, era rimasta vedova a 37 anni. Al centro dei suoi libri, editi in Italia da Sperling&Kupfer per cui uscirà postumo il 17 marzo 2020, 'Le ragazze non devono parlare’, erano storie di donne, con gli uomini dalla parte dei cattivi.
«Scrivo di gente perbene la cui vita viene invasa», aveva detto una volta. La formula era ripetitiva e prevedibile ma funzionava perché la Higgins Clark era una straordinaria affabulatrice. Dopo aver ricevuto diversi rifiuti, nel 1975 era riuscita a pubblicare “Dove sono i bambini”, divenuto un best seller e alla 75°a ristampa. Tra i gialli di successo, anche “No place like home” in cui la casa dei sogni nei sobborghi del New Jersey si trasforma in un incubo per la protagonista.
Nata il 24 dicembre 1927 in una modesta famiglia di origini irlandesi, Mary Theresa Eleanor Higgins Clark raccontava di essersi «ammalata di scrittura» a 7 anni, essendo gli irlandesi spesso «narratori nati». Nelle sue memorie “Kitchen Privileges” del 2002 si era descritta come «ansiosa di scrivere», certa che sarebbe riuscita se avesse trovato una guida. Un corso di scrittura alla New York University l'aveva indotta ad affrontare situazioni personali chiedendosi: «Supponi che...? e «Cosa succederebbe se...?», aggiungendo un «Perchè». Mary si era sempre attenuta a questa ricetta. Due ingredienti erano però sistematicamente assenti, per scelta deliberata, dai suoi bestseller: sesso e parolacce. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo