Addio “Ginger” Baker il batterista inarrivabile in vetta con i Cream

ROMA. Peter Edward Baker, per tutti Ginger, per via dei suoi capelli rossi, morto ieri a 80 anni in un ospedale inglese, è stato una leggenda, uno dei più grandi e innovativi batteristi della storia del rock. Ma anche uno dei personaggi più difficili che la musica ricordi. Che tipo fosse lo racconta in modo perfetto «Beware of Mr. Baker» (Attenti a Mr Baker), il documentario diretto nel 2012 da Jay Bulger e premiato al South By Southwest Festival. Bulger, da fan, era andato con devozione a cercarlo nel ranch del Sud Africa dove si era ritirato. Baker per far capire che aria tirava gli spacca il naso, colpendolo col bastone cui si appoggiava per camminare. Nello stesso documentario Eric Clapton confessa il terrore che provava nei suoi confronti: i Cream, il formidabile trio formato con Jack Bruce, si era sciolto dopo che Ginger aveva tentato di uccidere Bruce con un coltello.
Un vero autentico tipaccio, un batterista inarrivabile che, fin da ragazzo, è stato condizionato dalla sua tossicodipendenza. Musicalmente parlando, Ginger Baker aveva una tecnica raffinata e una solida preparazione jazzistica. L'apice della carriera la raggiunge nel 1966 quando, insieme a Eric Clapton e Jack Bruce al basso forma i Cream, il primo super gruppo della storia del rock. Tre star libere di lasciare spazio alla loro creatività e alla loro tecnica e soluzioni musicali nuovissime per l'epoca. A causa delle tensioni tra i tre, nonostante il clamoroso successo ottenuto anche negli Stati Uniti, si separano dopo tre anni.
Baker non raggiungerà più quelle vette creative e di popolarità. Nel 2005 Eric Clapton, per aiutare i suoi vecchi sodali, decide di riportare in scena i Cream, per alcuni concerti alla Royal Albert Hall di Londra.
Da molti anni, e dopo alcuni crack finanziari, Ginger viveva in un ranch in Sud Africa, la salute ormai minata. È stato uno dei primi nel rock a utilizzare la doppia cassa, sul modello di Louie Bellson (vero nome Luigi Balassoni), leggendario batterista delle orchestre di Duke Ellington, Benny Goodman e Count Basie, virtuoso assoluto, capace di suonare a una velocità spaventosa. Baker approcciava il rock applicando i concetti dei grandi del jazz, svincolando la batteria da un ruolo di puro accompagnamento. Il tutto con una potenza e un'energia devastanti. Il suo manifesto resta per sempre «Toad», il brano dei Cream scritto come pretesto per l'assolo di Ginger, il batterista folle e arrabbiato che ha cambiato la storia del suo strumento. —
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