Addio a Franco Citti, l’«Accattone» di Pasolini

ROMA. È morto ieri sera a Roma l'attore Franco Citti, aveva ottant’anni. Malato da tempo, si è spento nella sua abitazione. A dare la notizia è stato l’amico e collega Ninetto Davoli.
Scoperto da Pasolini che lo volle protagonista di “Accattone” nel 1961, Citti - che era nato a Roma il 23 aprile 1935 - da allora diventò un volto simbolo del suo cinema, recitando anche in “Mamma Roma”, “Porcile” e “Il Decameron”.
Nella sua lunga carriera, l’attore, nato in borgata, è stato diretto anche dal fratello Sergio e ha recitato in teatro con Carmelo Bene.
Dopo “Accattone”, nel ’62 Citti è Tommaso in “Una vita violenta” di Paolo Heusch e Brunello Rondi. Nel ’67 è Edipo nel film “Edipo Re”. L'anno dopo è un trafficante d'armi in Somalia nel film di denuncia “Seduto alla sua destra” di Valerio Zurlini.
Ma come si diceva, Citti tornerà nuovamente a essere diretto da Pasolini. È un cannibale in “Porcile” (’69), Ser Ciappelletto ne “Il Decameron” (’971), Satana ne “I racconti di Canterbury” (’73) e un demone ne “Il fiore delle Mille e una notte” (’74). Nel ’70 è il protagonista del film “Ostia”, esordio alla regia del fratello Sergio. Interpreterà per lui altri film, scritti dal fratello assieme all'amico Vincenzo Cerami, come “Storie scellerate” (’73), “Casotto” (’77) e “Il minestrone” (’81).
Nel ’98 ha esordito nella regia dirigendo, «con la fraterna collaborazione di Sergio Citti» (come recitano i titoli di testa), se stesso e Fiorello in “Cartoni animati”, ultimo respiro della poetica pasoliniana, dove Citti torna quasi a rivestire il ruolo di Accattone.
L’attore ha partecipato inoltre al documentario di Ivo Barnabò Micheli “A futura memoria” (’85) e a quello di Laura Betti “Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno” (2001).
Franco Citti è stato attivo anche a teatro (“I giganti della montagna e Tamerlano”, nell’89, per la regia di Carlo Quartucci) e in televisione (“I promessi sposi”, 1989, di Salvatore Nocita).
L’attore è morto nella sua casa romana. Un mese fa aveva partecipato a una partita di calcio nell'ambito delle celebrazioni per il quarantennale della morte del poeta di Casarsa.
(l.str.)
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