Addio a Chersi, il ricordo di Mauro Pelaschier: «Un grande maestro del mare, amava la vita»

«Sapevo che stava male, ma speravo sempre che non ci sia il passo finale. Mi mancherà, è stato un grande amico di scorribande».
Mauro Pelaschier a bordo di Crivizza
Mauro Pelaschier a bordo di Crivizza

MONFALCONE «Sandro è morto... che grande dispiacere. Sapevo che stava male, ma speravo sempre che non ci sia il passo finale. Un grande maestro del mare. Mi mancherà, è stato un grande amico di scorribande». Mauro Pelaschier resta per un attimo senza parole quando apprende al telefono della morte di Chersi. «Proprio lui che era un entusiasta della vita, ci siamo divertiti così tanto in barca, ma anche fuori nelle nostre scorribande notturne. Un compagno di divertimento». È assorto Pelaschier, come se fosse davanti al mare con lo sguardo verso l’orizzonte.

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«In realtà con Sandro ci siamo conosciuti solo da grandi, io andavo sulle barche d’altura - racconta - era la fine degli anni ’80. Ma ci siamo subito capiti e siamo andati a fare regate insieme. Soprattutto sulle barche d’epoca come Roberta terza». Tutto ad un tratto è un’onda di ricordi quella che travolge Pelaschier nei pochi minuti di telefonata. «Abbiamo fatto delle regate anche nel Tirreno, a Porto cervo, e abbiamo vinto. Poi abbiamo regatato pure alla Swan Cup, quarti. Un entusiasta della vita, ci siamo divertiti in barca e a terra nelle nostre scorribande notturne. Avventure che ci hanno unito». Non si sono mai lasciati con Sandro. «Andavo a trovarlo spesso a Trieste - aggiunge Pelaschier - facevano molte regate».

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E in un lampo riaffiorano anche i ricordi più forti. «Come quella volta a Saint Martin nei Caraibi - racconta - era il ’92, facevamo delle regate ma non eravamo in barca assieme. Avevamo prima fatto alcune prove a Portorico, poi siamo andati a Saint Martin. E fu allora che Sandro si fece male. Durante la regata perse due dita della mano. Dopo quell’episodio andò negli Stati Uniti per ricostruirla. In quel periodo ci siamo sentiti sempre al telefono».

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Sandro Chersi

Ma è soprattutto il ricordo di Sandro come marinaio provetto quello che rimane nel cuore di Pelaschier. «È stato un nome importante per la vela - ribadisce - ma anche perché ha insegnato a tantissimi a navigare. Anche a me che sono sempre stato un istintivo. Ho imparato dai suoi racconti cosa vuol dire navigare, andare in crociera, girare per le isole, conosce e accosti, boe. Devi conoscere bene tutti quei posti se vuoi avere un buon comando della barca. E lui è stato un buon Maestro, assolutamente. Quanto mi dispiace, vorrei fare le mie condoglianze a tutta la sua famiglia». —

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