Acrobazie di Leo, finzione o realtà in scena?
Dopo aver fatto quasi il giro del mondo, “Leo” – geniale spettacolo, nato dall’idea del performer Tobias Wegner e diretto dal regista canadese Daniel Brière – arriva al Politeama Rossetti e dal 2 febbraio 2017 si propone come uno fra gli appuntamenti più originali del cartellone “Musical & Eventi” del Teatro Stabile regionale.
La rivelazione internazionale per lo spettacolo avviene al Festival di Edimburgo dove “Leo” si aggiudica importanti riconoscimenti, cui segue nel 2013 il “John Chataway Award for Innovation” all’Adelaide Fringe Festival. Ma il successo lo accompagna ormai in tutto il mondo, da New York a Berlino, da Melbourne ad Hong Kong, da Montréal a Mosca e Londra. Formatosi come acrobata alla Belgium University of Contemporary Circus Arts di Bruxelles Tobias Wegner inventa in “Leo” uno spettacolo sofisticato, sorprendente e contemporaneamente immediato per la comprensione e coinvolgente per tutti: è una sorta di gioco di prospettive. Il palcoscenico è vuoto e si divide in due parti: due stanzette uguali, con pareti di diverso colore, dentro ci sono un uomo e una valigia. Da un lato la proiezione, dall’altro il lavoro “dal vivo” del performer... a sinistra uno schermo “rovescia” ciò che a destra avviene davvero... O è il contrario? Dov’è la realtà e dove l’elaborazione?
“Leo” sfida la nostra percezione, attraverso un’ingegnosa interazione di performance dal vivo e proiezioni video. Alla fine della serata, chiunque in platea finirà per domandarsi quale sia il sopra e quale sia il sotto, quale sia la proiezione e dove si trovi il vero artista.
Ai veri appassionati di musical e di cinema, verrà in mente, probabilmente, il film del 1951 di Stanley Donen “Royal Wedding” (Sua altezza si sposa), in cui Fred Astaire danza uno straordinario numero di tip tap arrivando anche sulle pareti e sul soffitto di una stanza, piroettando a testa in giù attorno al lampadario... L’ispirazione di Wegner viene senz’altro anche da qui, ma a teatro, la questione si fa difficile: ci sono pochi filtri e il pubblico è pronto ad accorgersi di qualsiasi sbavatura...
Eppure “Leo” – l’atletico e simpatico performer berlinese Julian Schulz – riesce a destabilizzare i sensi e a far immaginare che per un po’ la legge di gravità sia andata in vacanza. La storia in scena, delicata e toccante, è il viaggio straordinario di un uomo ordinario, Leo, che all’inizio è solo con la sua valigia in una semplice stanza e cerca di far passare il tempo: si annoia, gioca, inventa modi per divertirsi e immaginare incredibili avventure, ma poi la solitudine e i limiti di quella stanza iniziano a pesargli. Ecco allora che cercherà di evadere e grazie alla sua fantasia, troverà la libertà.
“Leo” è in scena al Rossetti fino al 5 febbraio. Due le pomeridiane: sabato 4 e domenica 5 febbraio, alle 16.
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